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Albert Camus


Magra, dubbi sulla sicurezza degli argini. Legambiente: serve canale scolmatore

A Fiumaretta hanno posizionato barriere temporanee per contenere le piene. L’impatto visivo non è da borgo marinaro. Un pessimo biglietto da visita in piena stagione balneare. Immaginiamo l’esultanza di tutti coloro che vivono di turismo. A settembre, assicurano gli amministratori, saranno sostituite dagli “argini bassi”, di altezza compresa tra un metro e venti e un metro e quaranta. Avverrà a Fiumaretta e a Bocca di Magra. La vista fiume sarà stravolta. Ma la questione più rilevante è un’altra: gli argini bassi sono utili per prevenire i disastri provocati dalle piene? A monte, pur di non realizzare il canale scolmatore, che contrasta con gli interessi dei proprietari delle aree, prevedono di realizzare ovunque argini alti tre metri e mezzo. E’ logico pensare che le piene incanalate a monte tra argini di tre metri e mezzo siano contenute a valle da arginature poco superiori al metro? Gli amministratori dicono: basta scavare sabbia alla foce. Ma il mare si abbassa di livello? O farà sempre da barriera al deflusso delle piene, indipendentemente dalla profondità degli scavi alla foce? A fronte di queste domande Legambiente avanza dei dubbi e rilancia il progetto di Canale scolmatore che per i tecnici dell’Autorità di bacino è l’unica opera sicura.

Valgono più gli interessi di pochi o la sicurezza e gli interessi di intere popolazioni?

Pubblichiamo l’intervento di Legambiente.

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In questi giorni abbiamo avuto modo di ispezionare le barriere temporanee messe a difesa di Fiumaretta in attesa che a settembre o giù di lì inizino i lavori per la posa in essere degli argini bassi a Fiumaretta e Bocca di Magra.

Tale opera provvisoria è una vera bruttura che deturpa la passeggiata a fiume di Fiumaretta e per di più in una stagione non a rischio da un punto di vista idraulico, e all’apertura del periodo di massima affluenza turistica, con grave danno per gli esercizi commerciali e di ristoro presenti in loco, ma non molto meglio sono i futuri argini definitivi. Anch’essi avranno un effetto deturpante, e soprattutto priveranno la passeggiata del vista fiume, con la loro altezza di 1,20 – 140 m.

Oltretutto la cosa più beffarda è che tali argini non metteranno completamente in sicurezza il tratto terminale del fiume, essendo destinati solo ad arginare la piena trentennale, mentre gli evidenti cambiamenti climatici rendono sempre più probabili piene ultratrentennali, e inoltre la realizzazione di argini di m. 3,50 a monte di Fiumaretta aumentano le probabilità di un evento catastrofico a valle.

Certo si sarebbe potuto fare argini di 3,50, quindi destinati alla piena due centennale, anche a Fiumaretta e Bocca di Magra, ma ciò oltre a deturpare ancor di più l’estetica dei borghi turistici, non avrebbe comunque risolto i problemi legati alle piene: infatti oltre alle piene del fiume ci sono anche problemi legati alla falda laterale al fiume stesso connessa.

Un flusso di canali di bonifica, quali il Fabbricotti e altri minori che scendono fin dalle colline del Sole a Castelnuovo Magra, e che devono essere fermati con porte Vinciane in caso di piena coincidente con quella del fiume ed evacuati con pompe idrovore, e dopo quanto avvenuto al Canal Grande con una sola pompa da azionare nel mese di Ottobre, rendiamoci conto di cosa significherebbe gestire un’emergenza in decine di pompe: un risultato probabilmente”Fantozziano” a causa delle scarse risorse di uomini, mezzi e denari da parte dell’Ente locale.

Vi è poi il problema legato ancor più direttamente alla falda, con zampilli anche dai pavimenti all’interno di civili abitazioni di Fiumaretta, che con il blocco prodotto dalla fondazione degli argini rischiano di diventare in caso di saturazione del terreno in coincidenza della piena, dei veri e propri “fontanili” come quelli storici che si crearono dietro agli argini del Po quando vi furono costruiti gli argini, con notevoli danni.

Peri i motivi di cui sopra abbiamo deciso di rilanciare pubblicamente l’unica soluzione certa ed equilibrata alla messa in scurezza del tratto terminale del Magra, cioè il Canale Scolmatore, la cui imboccatura dovrebbe essere messa all’altezza del Cantiere Metalcost Euromare a Sarzana: un canale scolmatore secco, cioè senz’acqua fuori dalle fasi di piene pericolose oppure, meglio ancora, semi – secco, con un  piccolo canalicolo non navigabile al centro, in  grado di ridurre la grandezza dello scolmatore stesso e soprattutto d’intercettare, senza complicate opere idrauliche come le sifonature, le  acque dei numerosi fossi e torrenti che attraversano la piana, come il Bettigna, l’Orti e il Canale Fabbricotti.

Il canale scolmatore è l’unica soluzione a poter permettere la messa in sicurezza definitiva, senza nuove opere di arginatura, a valle del ponte della Colombiera, e senza quei dragaggi tanto invocati, e ai quali nella forma di escavazione dei canali  del tratto navigabile non ci siamo mai opposti, ma che gli studi più recenti dimostrano essere solo dei palliativi dal punto di vista idraulico, e per di più controproducenti dal punto di di vista ecologico e dal punto di vista idrogeologico a causa del cuneo salino incipiente.

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Data
giovedì, 28 aprile 2011

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