Botta: in consiglio le prescrizioni della Regione. Pura formalità?
Il sindaco e la giunta ci hanno ripensato. L’accettazione delle prescrizioni dettate dalla Regione nello screening di Valutazione di impatto ambientale della Variante di via Muccini e piazza Terzi sarà un atto del consiglio comunale. Il precedente atto firmato in tutta fretta il 6 settembre scorso dal sindaco Massimo Caleo e dal dirigente dell’urbanistica Franco Talevi finisce nel cestino. L’Amministrazione ha capito che uno dei quindici motivi del ricorso al Tar del Comitato era più che fondato.
La pratica va in consiglio. Per i consiglieri è un’opportunità unica per non fare le comparse. O, peggio, i burattini che votano a comando. Hanno la possibilità di rivendicare una procedura trasparente. Intanto pretendendo che le carte siano consegnate per tempo. Ma crediamo che possano fare uno sforzo in più: verificare se la procedura di screening di VIA, adottata dal Comune e dalla Regione, è rispondente al Testo Unico dell’Ambiente, decreto legislativo 4 del 2008.
Come Comitato forniremo ai consiglieri tutta la documentazione necessaria, affinché nessuno dica: non lo sapevo, mi sono fidato. A partire dalle leggi vigenti. Crediamo sia loro diritto e loro dovere di fronte agli elettori chiedere in che modo sono stati affidati gli incarichi per eseguire lo screening di VIA di un piano di iniziativa pubblica, in che modo è stata garantita l’imparzialità della verifica di impatto ambientale del progetto, che è garanzia della salute dei cittadini e della vivibilità futura del comparto.
Crediamo debbano porsi alcune domande: ad esempio come mai le relazioni dei tecnici portano date anteriori al 27 marzo 2009, giorno in cui la Regione comunica che per il piano Botta non serve la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ma è sufficiente lo screening di VIA, oppure perché le relazioni contengano affermazioni assolutamente false o prive di fondamento storico.
Il consiglio comunale è un organo sovrano. E’ il consiglio che detta gli indirizzi all’amministrazione. Non si può nascondere dietro il dito che “ormai lo screening è stato effettuato”. Oppure che la Regione non ha eccepito su tante anomalie. I consiglieri comunali portano la responsabilità di verificare tutta la correttezza della pratica che viene loro portata in esame.
Direbbe Totò: possono essere uomini (e donne) o caporali … di giornata.