Sarzana, che Botta!

« Mi rivolto dunque siamo »

Albert Camus


Il nostro ricorso contro il piano Botta per una città vivibile. Sabato assemblea

Il 4 novembre gli avvocati Mattia Crucioli, Raniero e Carlo Raggi hanno notificato al Comune, alla Provincia e alla Regione il ricorso al Tribunale amministrativo regionale per chiedere l’annullamento di tutti gli atti della Variante al Piano particolareggiato di via Muccini e piazza Terzi nota come Piano Botta.090514 tommaso - munch dimens_orig
Sabato 6 alle ore 17,30 al centro sociale Barontini l’avvocato Crucioli illustrerà i contenuti giuridici del ricorso. I rappresentanti del Comitato Sarzana, che botta! di Legambiente e Italia Nostra ne spiegheranno i contenuti “politici” (qualità della città, difesa del territorio, diritto alla partecipazione) che lo ispirano.
Il Comitato e la Lega Nord
Nei giorni scorsi la pubblicazione del ricorso della Lega Nord ha suscitato critiche da parte dei supporters dell’Amministrazione Caleo: non si fa politica con le carte bollate, con i cavilli giuridici. Si fa politica nelle strade – ha tuonato il consigliere comunale Lodovici – parlando con i cittadini. Siamo d’accordo. Aggiungiamo: i cittadini magari vanno anche ascoltati, anche quando dicono cose scomode, quando denunciano violazioni di legge. E democrazia vuole che si risponda nel merito, non si faccia muro di gomma. Altrimenti ai cittadini non resta che il ricorso al giudice.
E’ quello che il Comitato ha fatto in questi due anni. In strada a informare, a parlare, ad ascoltare. A far conoscere davvero il Piano Botta col plastico in scala 1:250, che l’Amministrazione non ha fatto.
Le nostre Osservazioni sono state liquidate in poche ore dal consiglio comunale, senza contraddittorio.
I contenuti “politici” del ricorso.
Il ricorso al Tar dà forma e sostanza giuridica alle tesi che abbiamo sostenuto in questi due anni di battaglia civile.
Il Piano regolatore di Sarzana ha sedici anni: è superato. Le volumetrie previste si sono rivelate eccessive: basta guardare capannoni, negozi e case vuoti.
La Variante Botta è fuori scala, in tutto. E’ stato spacciato come Variante di iniziativa pubblica. Ma i privati avevano i disegni nel bilancio 2007. Andava discusso con la città, attivando le procedure di partecipazione previste dalle leggi europee (Valutazione ambientale strategica e Valutazione d’impatto ambientale), che la Regione Liguria si rifiuta di recepire. Quelle europee sono leggi di civiltà di Paesi più avanzati del nostro nella tutela dell’ambiente. Non sono norme astratte per incentivare inutili bla-bla-bla politici. Sono metodiche scientifiche volte a mettere a fuoco i problemi di rapporto tra volumi ed espansione demografica, di qualità dell’ambiente (aria, rumori, verde pubblico), di sicurezza idraulica (pensate alla grottesca vicenda del Rio Manichetta, destinato a ricevere le acque dei palazzi Botta ed esondato anche il 1° novembre scorso), di sicurezza sismica.
Oltre il ricorso verso un nuovo piano urbanistico
L’assemblea di sabato 6 servirà per illustrare i motivi del ricorso. Ma vuole essere anche un’occasione per iniziare a parlare del futuro della città, dei valori che devono informare il nuovo piano urbanistico, di partecipazione dei cittadini alle scelte. Bocciare il piano Botta per aprire una nuova frontiera non lastricata del luogo comune: il cemento porta lavoro. La distruzione del territorio è sotto i nostri occhi.

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Data
giovedì, 4 novembre 2010

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