“Metarchitects” lancia un grande ponte tra il centro e la Crociata
Il grande ponte che collega la Crociata al centro, percorso pedonale e ciclabile punteggiato di verde, una balconata sulla città, è la proposta affascinante contenuta nel progetto dell’ing.Enrico Tognoni (MS) e dell’arch. Federico Tinti (Brescia) dello studio Metarchitects. Molta attenzione è stata dedicata ai tetti a falda, orientati per catturare i raggi solari per produzione di energie alternative e per il risparmio energetico, che ispira anche la scelta dei materiali.
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A parer mio, tra i progetti presentati, è l’unico capace di mostrare un approccio che non tenga conto esclusivamente delle immediate e, seppur importantissime, scontate problematiche affrontate da ciascun gruppo (in modo più o meno adeguato).
In questo caso si và ben oltre alla mera e semplice “soluzione al problema”: se da una parte c’è la risposta alle problematiche evidenziate, dall’altra l’atteggiamento quasi provocatorio del progetto cerca di mettere in discussione ciò che viene considerato ormai “archiviato” e “fermo”.
Tra le proposte in concorso, vedo quest’idea come l’unica in grado di “ripensare” la città e arricchirla con un innesto dinamico e pulsante, capace di rispondere alle problematiche attuali e di indirizzare gli sviluppi futuri
Mioddio nella foto numero 7 sembra di essere in un cimitero…i palazzi sono senza anima…quasi quasi preferisco quelli del progetto Botta…
Perché un cimitero? Io trovo che ripensare a questo spazio non solo come un passaggio ma come un luogo di relazioni sia una grande e fondamentale idea: lo vedo come l’esatto contrario di un cimitero in realtà.
Penso che questa sia la proposta più interessante. Complimenti!
P.S: non capisco cosa si intenda per “anima dei palazzi”….per cui non so dire,ammesso che esista, se questi ne siano privi. Credo anche che il punto dell’idea non sia questo ad ogni modo…
quoto “alefer”: l’immagine numero 7 mi lascia quasi la stessa impressione.
ci sono però molte altre immagini che dimostrano il contrario, cioè la vivacità degli edifici e dell’intorno (passeggiate e verde).
ahah.. dire che è meglio il progetto di botta però.. spero sia solamente una battuta. di pessimo gusto (a meno che non sia tuo il pesssimo gusto), ma pur sempre una battuta.
l’impianto generale è convincente, e anche la sezione con quell’aggetto che protegge il terzierio riporta alla giusta scala l’intervento.
concordo con Ghizmo che parla di un’intervento che guarda comunque al futuro. l’unica cosa che non mi fà impazzire è la soluzione di facciata un pò modaiola, ma forse è giusto così, del resto le mode sono sempre esistite anche in architettura. convincente comunque anche il progetto di gosplan.
Innanzitutto vorrei ringraziare, anche a nome di Federico, tutte le persone che trovano interessante la nostra proposta ma anche coloro che non esitano a manifestare le loro critiche. Approfitto solamente della discussione aperta per precisare che la progettazione delle facciate non rientrava negli obiettivi del progetto. E’ certamente vero che la soluzione proposta non rappresenta un’innovazione architettonica ma sicuramente uno strumento per comunicare un’importante concetto compositivo: la flessibilità. La composizione libera della facciata (in questo caso a pannelli ma le soluzioni sono infinite) permette al fruitore di piegare l’involucro edilizio alle proprie esigenze. In questo senso la composizone dei prospetto dovrebbe essere letta non come oggetto del progetto ma piuttosto come possibile soluzione (tra le tante) al problema di trasformare l’involucro in funzione delle proprie esigenze.
Ci rendiamo conto che questi concetti difficilmente possono trasparire da immagini isolate pubblicate in un sito; invitiamo quindi chiunque voglia delucidazioni sul progetto ad aprire una dibattito.
Grazie ancora tutti
Questo progetto, che sostituisce ai ben noti mattoncini un effettivamente funereo cristallo servirà a giustificare solamente le volumetrie dell’originale e imporre una volta per tutte il caro piano Botta.
Beh sinceramente non comprendo la natura delle critiche, il progetto è l’unico che parte un’approfondita analisi del tessuto urbano e della configurazione genetica della città. Su di essa viene intessuta una nuova trama edilizia rispettosa quindi del passato ma capace allo stesso tempo di proporre nuove immagini della città in opposizione alla produzione ordinaria sul territorio (propria degli altri progetti). Evidentemente la giuria quanto coloro che scrivono certe critiche si rassicurano vedendo città fatte di oggetti messi qua e là (possibilmente con tetti a capanna o padiglione), prive di un disegno che nè indirizzi effettivamente la trasformazione. Non penso che sia un problema di facciate (come specificava l’autore poco sopra, il concorso non chiedeva quello, e penso che quello non sia il problema di sarzana) quanto piuttosto di sapere leggere la città e utilizzare le solite parole per risolvere problemi tangibili che la stessa ci pone. In questo metarchitects ci offrono un progetto molto interessante.. nessuno può negarlo..
Multitasking ti consiglio di leggere meglio quanto scritto sopra proprio dal progettista…ad ogni modo le tue critiche sono poco chiare: cosa intendi per “funereo cristallo”? e per “giustificare le volumetrie”?…”imporre Botta con questo progetto”, poi, mi sembra un’affermazione azzardata.
Non capisco, poi, perchè tutte le critiche rivolte a questa proposta siano indirizzate sempre alle solite due cose:
– all’immagine 7 (accusata di richiamare un’immagine cimiteriale)
– al fatto che questo progetto sia una sorta di “appoggio”/prosecuzione/conferma (ancora non ho capito) del piano Botta
In entrambi i casi trovo che le critiche siano quantomeno leggere, poichè nella prima si accusa in un certo senso la mera soluzione costruttiva o, peggio, la “resa grafica” (sono aspetti che, pur essendo accattivanti e “commerciali”, non dovrebbero incidere sulla validità del progetto, soprattutto alla luce di quanto richiesto dal bando); per quanto riguarda il secondo punto, siamo di fronte a una vera e propria accusa, che io trovo assolutamente ingiustificata (infatti non c’è mai una spiegazione a corredo se non parole che a me sembrano messe a caso)
Per concludere, io affermo ancora che questa sia la proposta che maggiormente fa riflettere sullo sviluppo Urbano di Sarzana (probabilmente proprio perchè è quella che contiene uno studio storico e del tessuto più approfondito), cosa che fa di questo progetto il migliore in concorso (secondo il mio parere ovviamente); con questo non voglio dire che esso non abbia punti deboli o sia privo di difetti e di elementi da discutere. Dico, però, che le critiche rivolte fino a questo momento non hanno peso: sono parole al vento senza alcun fondamento.
Il progetto è privo di charme, decontestualizzato dalla realtà, fatto di tanti piccoli accorgimenti “alla moda” ma completamente un progetto senza anima.
La gente, ci andrà a vivere in questi casermoni stile blocco sovietico! Le nostre città sono diverse e questi blocchi a me personalmente fanno venire solo tristezza…il ponte di collegamento, è esagerato per l’effettivo traffico che dovrà sopportare…secondo me il progetto è un buco nell’acqua mette tanti lustrini senza risolvere realmente i problemi.