Fornaci Filippi e Tavolara, uno spreco di suolo da manuale
Corrediamo il documentato articolo di Massimo Merluzzi apparso su La Nazione e che ripubblichiamo (g.c.) con le foto che abbiamo scattato alle Fornaci Filippi in stato di abbandono da decine di anni.
Tra le ex fornaci e l’insediamento progettato a Tavolara, che vede ancora protagonista Unieco (ma va!), c’è un chilometro di distanza in linea d’aria. Per realizzare Tavolara è stata attuata una variante al piano regolatore di Sarzana, per noi scaduto dal marzo 2008. Invece di verificare la validità dello strumento urbanistico, come prevede la legge, per valutare la reale domanda del mercato, le amministrazioni continuano a sprecare territorio in nome del business.
(I capannoni fatiscenti delle ex fornaci Filippi – cliccare sulle immagini per ingrandire)
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ECONOMIA
SI ASPETTA A TAVOLARA PER COMPLETARE LE OPERE DI URBANIZZAZIONE
IL FUTURO artigianale è un grande progetto sulla carta ma per ora la risposta è piuttosto freddina. Capannoni, strade, viabilità ridisegnata e nuove possibilità di sviluppo uniscono la Val di Magra nei piani di realizzazione di nuovi spazi produttivi individuati in aree dismesse e ancora a destinazione agricola. Ma per ora le richieste di acquisto degli immobili che si prevede di realizzare sono troppo poche anche se i primi interventi di urbanizzazione sono partiti e altri sono in fase di lancio. Le aziende stanno alla finestra, segno evidente di un cambio di strategie. Se qualche anno fa infatti acquistavano fiduciose sulla «carta» adesso frenano e prima di esporsi in investimenti milionari attendono che la situazione sia più chiara. Sul confine tra Sarzana e Castelnuovo Magra è prevista la realizzazione della grande area artigianale di Tavolara.
Sul versante castelnovese è previsto venerdì un incontro tra amministrazione comunale e «Consorzio Tavolara», creato proprio per dare impulso al piano. Un gruppo di imprenditori al quale la stessa amministrazione si è unita essendo proprietaria di uno stabile da ristrutturare e adeguare alle linee guida del piano. Ma il progetto ancora non è pronto malgrado lo stesso Comune abbia già approvato da anni le condizioni urbanistiche. «In realtà qualche anno fa — spiega il sindaco Marzio Favini — il Consorzio aveva avanzato l’ipotesi di una variante al progetto preliminare. Poi l’idea è rientrata e adesso siamo in attesa che ci consegnino un quadro chiaro e che i consorziati manifestino una volontà forte». Più avanzata, almeno la progettazione, sul territorio di Sarzana anche se la situazione economica generale non è certo il trampolino di lancio ideale per dare il via ad investimenti. «Le intenzioni di dare il via all’opera da parte della società Sarzana Sviluppo e Comune ci sono — spiega Angelo Matellini presidente di Cna — ma la realtà economica non è certo delle migliori. Sono una cinquantina le imprese che hanno manifestato la volontà di trasferirsi ampliando attività che già esistono nell’area tra Santo Stefano e Carrara. L’area dell’insediamento è di 32 mila metri quadri e almeno il doppio quella scoperta. Deve ovviamente essere adeguata al futuro sviluppo quindi dotata di opere urbanizzazione che per ora non sono state realizzate neppure per la metà. Prima di dare il via alle opere volevamo avere almeno garanzie di occupazione per il 50 per cento dell’area e al momento siamo al trenta». Anche a Boettola esiste da tempo un progetto insediativo ma anche in questo caso tutto è fermo. Lì, oltre alla crisi, a fermare l’area artigianale prevista c’è la mancanza di un ponte sul torrente che elimino il rischio di rimanere isolati in caso di piena. Presentato un anno fa da Confartigianato il piano di realizzazione di un’area artigianale a Camisano di Ameglia sta prendendo forma e intanto è stata approvata una variante che concederà al cantiere San Lorenzo, leader della nautica, di estendere i propri capannoni trasferendo il comparto di lavorazione della vetroresina attualmente collocato sulla sponda del fiume. Un terreno agricolo incolto all’uscita della bretella autostradale di Santo Stefano diventerà una cittadella di almeno 13 capannoni di 9 metri di altezza. Ma finora solo la metà è stata acquistata e i lavori realizzati dall’unione di intenti di Confartigianato della Spezia e Massa Carrara dovrebbero partire a novembre. Un investimento da oltre 14 milioni di euro che dovrà superare anche le prescrizioni imposte dalla Regione Liguria perché il complesso è in zona a rischio idrogeologico e la costruzione dovrà tener conto dei principi di sicurezza idraulica predisposti. Ma nelle intenzioni della Confartigianato la prima pietra al progetto sarà posta a novembre.
Massimo Merluzzi