Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Marinella. Turismo, cemento e sviluppo: stop ai luoghi comuni

Una tavola del master plan del Progetto Marinella

Una tavola del master plan del Progetto Marinella

di Giovanni Torri – Assessore Ambiente del Comune di Ameglia

Tra i vari dati riferiti dal professor Salvatore Settis nella sua lectio magistralis al Festival della Mente spicca quello sul consumo di suolo in  Liguria che può vantare il primato di regione più cementificata d’Italia. Tutto ciò probabilmente è frutto di una cultura ormai radicata che vede nel “mattone” l’unico tipo di investimento redditizio possibile e che ha paura  o non è in grado di trovare altre forme di sviluppo cercando di dimenticare che la grande crisi mondiale degli ultimi anni ha avuto origine proprio dalla bolla della speculazione edilizia americana.

Di quante case abbiamo ancora bisogno in un paese col tasso di crescita demografica più basso d’Europa ? E di quanti porticcioli…. considerando che  uno studio prevede che in Liguria ci sarà un posto barca ogni trenta abitanti? Per Ameglia che in nove anni ha visto aumentare la sua popolazione di ben 38 Abitanti!!!!c’è ancora bisogno di costruire nuove case?

Occorre dunque riflettere e decidere se continuare ad andare avanti consumando tutto ciò che abbiamo a disposizione ed in particolar modo il suolo, da sempre fonte di sostentamento e ricchezza per l’uomo ma che oggi viene considerato solo per quello che può rendere in termini di metri cubi di cemento, oppure cercare di utilizzare al meglio le risorse a nostra disposizione, senza sprecare ma riutilizzando e recuperando l’esistente.

Il professor Settis non è entrato nel merito dei mega progetti  che riguardano la provincia spezzina: un grattacielo sul porto di La Spezia, il  progetto Botta a Sarzana e il  progetto unitario  Marinella-Fiumaretta alla foce del Magra solo per citarne qualcuno, ma chiunque sia a conoscenza dei dati di queste progettazioni  non può che trovare nelle riflessioni del docente una chiara condanna a questo tipo di sviluppo. Se noi politici nella  nostra provincia , sia di Centrosinistra che di Centrodestra , fossimo illuminati e lungimiranti faremmo tesoro delle cose dette da Settis;  Alla disperata penuria di denaro in cui si trovano a fare i conti le nostre amministrazioni  la politica ha risposto investendo su centri commerciali, zone artigianali, capannoni industriali e grandi darsene per mega yachts vendendolo come unico sviluppo possibile.Nel progettare la riqualificazione di un territorio dovremmo valutare invece ciò che migliora la qualità di vita di chi lo abita e di chi ne fruisce in quanto visitatore e la  sua naturale vocazione. Inoltre l’interesse dell’eventuale investitore privato non può essere posto al centro della nostra idea di sviluppo.

Dovremmo prendere coscienza delle tendenze internazionali verso un turismo che cerca paesaggi naturali con le loro tipicità per poter staccare letteralmente dalla vita frenetica e stressante che opprime l’individuo nelle zone altamente urbanizzate.

Ed è proprio questo tipo di turismo che fa vivere i nostri borghi con i loro piccoli esercizi commerciali, i bar,ristoranti e le gelaterie locali.E’ quello che apprezza il nostro territorio perché ricco di storia e di tradizioni e per le sue bellezze naturali che si sviluppano tra piccole valli, colline, fiumi e mare (Val di Vara, Val di Magra etc.) Non è certo il turismo “mordi e fuggi” che durante i fine settimana approda nei mega porticcioli superaccessoriati per poi salpare per altri lidi ignorando ciò che li circonda,e neppure il turismo delle seconde case che rende i  paesi fantasma per 10/11mesi all’anno.

Occorre sfatare la convinzione che gli amministratori che ragionano in questi termini siano coloro che dicono “NO” allo sviluppo; in realtà sono scoloro che hanno aperto gli occhi e che dicono “SI” ad investire in un NUOVO tipo di sviluppo rispettoso dell’ambiente, dei suoi abitanti e delle generazioni future.


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Data
giovedì, 16 settembre 2010

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