Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


Premiare la rendita o la vivibilità? I punti della Scuola di Eddyburg

Da Eddyburg:

n. 30 (17.09.2010) La partita contro la rendita immobiliare
Data di pubblicazione: 16.09.2010

di Edoardo Salzano

L'urbanista Edoardo Salzano

L'urbanista Edoardo Salzano

A conclusione della sesta edizione della Scuola di Eddyburg, in un confronto tra esperienze e saperi diversi volto a comprendere gli effetti dell’abnorme crescita della rendita immobiliare negli ultimi anni e a contrastarla, si è convenuto su alcuni punti.

Dal punto di vista della scienza economica la rendita immobiliare (fondiaria ed edilizia) non può essere eliminata. Tuttavia i piani regolatori e le politiche urbane possono esaltare o ridurre gli incrementi della rendita. E soprattutto il legislatore e l’amministratore pubblico possono operare perché i plusvalori derivanti dalle decisioni urbanistiche e dagli investimenti pubblici vengano trasferiti in parte consistente alla collettività.

Le trasformazioni territoriali recenti hanno provocato peggioramenti insopportabili della vivibilità (abitazioni, servizi, trasporti, salute) e della funzionalità delle città e dei territori, degrado ambientale, nonchè distruzione di valori non negoziabili (suolo agrario, paesaggi rurali, beni culturali). Esse sono state stimolate dagli incrementi della rendita che hanno garantito ai proprietari immobiliari rendimenti decine di volte superiori agli altri investimenti.

Gli investimenti immobiliari sono sorretti da una domanda che è elevata per una serie di motivi. Alcuni meritano di essere soddisfatti, con maggiore o minore priorità. Altri devono rimanere insoddisfatti, quali quelli derivanti da mere intenzioni speculative.

Gli strumenti della pianificazione urbanistica sono la sede della selezione delle componenti della domanda. Essi devono avere due requisiti: i vincoli per la tutela delle risorse culturali e naturali hanno la priorità sulle decisioni di trasformazione; le aree da destinare al soddisfacimento della domanda che si ritiene di soddisfare vanno individuate tra quelle già urbanizzate e oggi inutilizzate (aree ex industriali, caserme ecc.) od occupate con densità inadeguate .

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Data
domenica, 26 settembre 2010

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