Sarzana, che Botta!

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. »

Margaret Mead


La lettera di Donati al direttore della Normale: torni presto!

Lettera aperta a Salvatore Settis

Caro professore, lei verrà a Sarzana ad aprire il Festival della Mente e ciò non può che far piacere a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del patrimonio storico-artistico italiano e di quella particolare dimensione di esso che è il paesaggio.

Lei non ignora certo che gli abitanti della piana di Sarzana – una delle due pianure agricole della Liguria – stanno dibattendo sulla sostenibilità delle proposte presentate dalla Marinella SpA, emanazione del Monte dei Paschi di Siena, proprietario dal 1930 della parte ancora intatta di tale pianura. Il dibattito si sta allargando ed anche la stampa nazionale comincia a dedicare spazio all’argomento.

Nessuno si aspetta che lei, il 3 settembre, parteggi per i sostenitori o per gli oppositori della proposta della Marinella SpA. Accetti però un consiglio: trovi il tempo, prima di tenere la sua lectio magistralis, di andare nella tenuta di Marinella e, volgendo le spalle al mare, vedrà svettare alla sua destra il Sagro e noterà senza sforzo, alla sua sinistra, la cima del Gottero. Due toponimi assai eloquenti, che trasmettono all’uomo contemporaneo l’eco di quella sacralità che l’uomo antico attribuiva alla terra presidiata come sentinelle da quelle vette. E non occorre essere cultori della New Age per capire che anche i Romani, nel scegliere il sito su cui edificare la colonia di Luni, tennero probabilmente conto di questo substrato.

Nelle immediate adiacenze della tenuta di Marinella, lei noterà poi una grande struttura d’impianto razionalista, circondata da un ampio parco ed in stato di palese abbandono. Si tratta della ex-colonia della Gioventù Italiana del Littorio (più nota come Colonia Olivetti) ed è proprietà della Regione Liguria. Lei converrà che coloro che sostengono la necessità della realizzazione di nuove strutture ricettive nella piana di Sarzana non possano sottrarsi ad una semplice, elementare domanda: perché non si comincia dal recupero di ciò che già esiste, soprattutto se si tratta, come in questo caso, di un immobile di pregio sottoposto a vincolo ?

Caro Settis, un suo libro del 2002 aveva in copertina, non certo a caso, un terribile quadro di Goya che raffigura Saturno nell’atto di sbranare uno dei suoi figli. Una metafora di cristallina chiarezza, che avrebbe dovuto e dovrebbe allarmare le coscienze. La decisione di invitarla ad inaugurare il Festival della Mente potrebbe significare che la consapevolezza della posta in gioco ha cominciato, anche se tardivamente, a farsi strada. Sono però legittime, lei lo capisce, anche altre chiavi di lettura…Buon soggiorno a Sarzana, caro Settis, e torni presto.

donatiPiero Donati, storico dell’arte

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Data
sabato, 4 settembre 2010

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