Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


La nostra assemblea: impegno per legalità e diritti dei cittadini

Un’affollata assemblea per confermare la volontà del Comitato “Sarzana, che botta! di andare avanti non solo nella battaglia contro la Variante di via Muccini firmata dall’architetto ticinese Mario Botta,  ma di porre in modo forte il problema della democrazia, del rispetto della legalità, della trasparenza e dell’uguaglianza e dei diritti dei cittadini nella gestione del territorio, cioè dell’urbanistica.  Il primo argomento affrontato nell’incontro è proprio la sintesi della battaglia del Comitato. Una rivelazione-choc. Il gruppo di cooperative proprietario di larga parte delle aree di via Muccini non solo fu il promotore della Variante, non solo indicò il nome di Mario Botta, ma entrò in possesso almeno sette mesi prima del Consiglio comunale, organo democratico titolare delle scelte urbanistiche, dei disegni dei palazzi.   La prova inoppugnabile è stata portata dal presidente Carlo Ruocco all’assemblea: il bilancio 2007 di Abitcoop Liguria, di cui il Comitato è entrato in possessso.  <<Vi sono i disegni, vi sono scritti dai quali si evince in modo inequivocabile che il Consiglio comunale è stato trattato da notaio di un’operazione prevalentemente ideata da privati e fatta passare come “Variante d’iniziativa pubblica”, pagata con i soldi dei contribuenti sarzanesi>>. Altri privati hanno dovuto subire. L’unico che ha resistito, l’imprenditore napoletano Gennaro Miranda, ha ottenuto di continuare sui suoi terreni con il vecchio piano Piarulli. Per il Comitato c’è in tutto questo un grave problema di democrazia, di trasparenza, di uguaglianza dei cittadini, di legalità. <<Cosa si sarebbe detto a Sarzana – ha chiesto Ruocco – se la stessa cosa fosse accaduta con un Ligresti o un Caltagirone?>>. Barbara Sisti e Eliana Taraborelli hanno poi relazionato con immagini suggestive offerte dall’architetto Gianfranco Damiano sulla battaglia culturale e amministrativa non ancora conclusa condotta di concerto con Italia Nostra e Legambiente per salvare il vecchio mercato, opera simbolo della Sarzana della ricostruzione, voluto dalla prima amministrazione di Paolino Ranieri nel dopoguerra. Il professor Silvano D’Alto ha sottolineato il valore antropologico di quel manufatto, testimonianza del rapporto città-campagna. E ha plaudito al concorso di idee lanciato dal Comitato per ridisegnare l’area, sottolineando che è la prima iniziativa del genere in Italia. Un concorso che, come hanno riferito Roberta Mosti e Sara Frassini, che sta ottenendo un consenso insperato. Già quaranta le adesioni. Una richiesta di partecipazione è giunta addirittura dal Portogallo. E ora il Comitato cerca sponsor per l’iniziativa, deciso a portare i disegni in mostra in città. E intanto la nostra associazione si collega, come ha annunciato Stefania Bernardini, che ne cura i contatti, alla Rete dei Comitati di altre regioni, guidata in Toscana dal filosofo Alberto Asor Rosa e nel Veneto dal professor Paolo Cacciari. La decisione è stata approvata dall’assemblea all’unanimità.

(in calce alle foto, riportiamo resoconto de La Nazione)

san_francesco_dalto

il Professor D'Alto

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La Prof.ssa Taraborelli

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Fra il pubblico, Roberta Mosti, co-promotrice del concorso di idee


La Dott.ssa Sisti

La Dott.ssa Sisti

il presidente Carlo Ruocco

il presidente Carlo Ruocco

2010-07-18_LA_NAZIONE

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Data
sabato, 17 luglio 2010

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