Sarzana, che Botta!

« Se le amministrazioni non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori »

Corrado Guzzanti


Concorsi: a Pantelleria Giorgio Furter batte Massimiliano Fuksas

Forse il sindaco Massimo Caleo liquiderà la notizia col detto latino “Nemo propheta in patria” (nessuno è profeta a casa sua). Ma la notizia pubblicata da Il Secolo XIX delle tre vittorie in concorsi internazionali di restyling urbano vinti dallo studio Nuvola B capitanato dal giovane sarzanese Giorgio Furter suona come un grave atto d’accusa alla miopia della nostra amministrazione comunale guidata da Massimo Caleo. Vincere a Pantelleria, in Svizzera (patria di Mario Botta) e in Belgio non è uno scherzo. Soprattutto vincere a Pantelleria, un sito naturale molto delicato, lasciandosi alle spalle nientepopodimeno che Massimilano Fuksas, deve essere una soddisfazione, ma anche uno schiaffo alla propria città d’origine.

Lo studio di architetti “Nuvola B” a Sarzana non potrà mai vincere, perché nella Sarzana di Giorgio Furter la normativa europea, che impone concorsi pubblici per gli incarichi superiori ai ventimila euro, viene disinvoltamente raggirata. Per la variante di via Muccini doveva essere fatto concorso pubblico (cinquantamila euro a Mario Botta, architetto presentato da Unieco, gruppo privato di Reggio Emilia).

Sarzana è fuori dall’Europa? Il quesito andrà posto alla Corte dei Conti.

Pubblichiamo di seguito l’articolo di Pino Meneghini

Il Secolo XIX 22/05/10 SEC

È A CAPO DEL GRUPPO NUVOLA B

Nel progetto di restyling di Pantelleria si lascia alle spalle il famoso Fuksas

PINO MENEGHINI

NUVOLA B è un gruppo di cinque giovani architetti dell’Università di Firenze, nato nel 1998, a capo del quale è il sarzanese Giorgio Furter, che in poco tempo ha vinto tre importanti concorsi internazionali di restyling urbano, a Pantelleria, in Svizzera e in Belgio. Non solo,ma a dimostrazione che non si trattava di piccole cose di provincia, si deve aggiungere che in uno di questi, quello dell’isola del Mediterraneo, hanno lasciato alle loro spalle in graduatoria un nume sacro dell’architettura mondiale come Massimiliano Fuksas. Le ragioni del successo si capiscono analizzando i lavori di Nuvola B, del quale fanno parte, oltre a Furter, David Benedetti, Jan De Clercq, Angelo Ferrari, Giorgio Furter, Nicola Lariccia: dalle immagini dei progetti presenti su internet appare evidente che la cifra dei loro interventi è la leggerezza, la capacità cioè di adattarsi e rispettare il tessuto preesistente. Nel caso di Pantelleria si trattava di sistemare e riqualificare il lungomare cittadino, a Bagnes (Svizzera) il gruppo è stato chiamato a risistemare gli spazi pubblici di un’importante stazione turistica e sciistica come Verbier, una delle località di montagna più frequentate della Svizzera, con un comprensorio di piste molto ampio e che in estate riesce a fare leva su molti sport di montagna (trekking,mountain bike, deltaplano, golf), oltre che su eventi musicali internazionali di pregio assoluto. In entrambi i casi, l’atteggiamento dei progettisti è di grande rispetto per l’ambiente e la natura, così come lo è nel progetto di riqualificazione del centro di Oedelem (Belgio) bandito dal comune di Beernem, oppure quello realizzato l’anno precedente sempre in Belgio, a Lommel, dove sono ancora primi in un concorso per la costruzione di una collegio pensionato per 130 ragazzi con difficoltà fisiche e mentali. Ma già nel 2005 il gruppo si era distinto aggiudicandosi un insolito concorso, per la costruzione di rampe provvisorie atte a superare ponti e dislivelli della maratona di Venezia. Scorrendo il loro catalogo colpisce in modo particolare la soluzione adoperata per la progettazione del museo nazionale d’arte moderna di Oslo, nella quale una sorta di ragnatela a maglie larghe unifica due preesistenti edifici della stazione ferroviaria (uno dei quali è il Centro per il Nobel della Pace),mentre un gigantesco ragno stilizzato campeggia sul piazzale che fronteggia l’edificio. Di fronte alla professionalità del gruppo fiorentino e alla coerenza del loro linguaggio architettonico, soprattutto là dove si interviene in situazioni ambientali critiche, non paiono del tutto infondate le voci di chi sosteneva che per creare il piano del quartiere satellite della nuova Sarzana non era probabilmente necessario ricorrere ad un’archista r come Mario Botta, o, di chi più di recente ha ritenuto che il discusso waterfront della marina spezzina dell’architetto valenciano Josè Llavador, poteva trovare una soluzione meno aggressiva e più rispettosa dell’ambiente. Anche per questa ragione ci permettiamo di consigliare agli amministratori di casa nostra di visitare sul web il sito del gruppo e di ripensare alla reale utilità dei grandi divi dell’architettura. ©riproduzione riservata

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Data
sabato, 12 giugno 2010

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