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Vecchio Mercato, Colonia Olivetti …. il degrado alibi per le ruspe

di Emanuela Rosi

da La Nazione 16/05/2010

L’EX MERCATO ortofrutticolo, oggi pala hockey, in settimana è passato all’esame dell’architetto Rossini, sovrintendente ai beni architettonici e al paesaggio, chiamato in causa per decidere se il vincolo che lo tutela può essere «abbattuto». Certo non devono essergli sfuggite le condizioni di degrado esterno e i rappezzamenti interni che lo hanno trasformato in un indefinibile ibrido architettonico, sporco e fatiscente. Se la bellezza percepita sarà il criterio per decidere se demolire il «vecchio» e ricostruire la copertura di una piazza appoggiata su due file di palazzi nuovi di pacca, il destino dell’ex mercato è segnato. Chissà se, nell’occasione, sono finiti sotto la lente della Sovrintendenza tutti gli altri beni architettonici tutelati, e degradati, della città. Se così fosse difficile ignorare il dubbio che sia necessaria una “deroga generale” ad abbattere l’incuria con cui quei beni sono stati conservati. Nell’ex ospedale di via Paci poco rimane di affascinante da salvare e la prevista Cittadella della salute starebbe di certo meglio in un edificio progettato ad hoc. Se poi si è spinto fino a Marinella ha cominciato a tremare l’ex colonia Olivetti che si accinge a cambiare proprietario dopo decenni di oblìo: una ruspa può spazzare via degrado, abusivi e spazzatura, poi mattoni e cemento e sulla spiaggia potrebbe sorgere una struttura decorosa con minor dispendio economico e di energia. Il casolare bruciacchiato di Santa Caterina poi sembra non aspettare altro che una ruspa. E della sparizione di una “disgraziata” villa Ollandini, e del parco botanico che fu sepolto dietro un cancello chiuso, forse pochi s’accorgerebbero. Basta ridefinire i concetti di patrimonio e tutela.

emanuela.rosi@lanazione.net

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Data
giovedì, 20 maggio 2010

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