Sarzana, che Botta!

« Quando il cittadino è passivo è la democrazia che s’ammala »

Alexis de Tocqueville


Trasparenza, la Vigilanza boccia Sarzana. Irragionevoli 50 euro per 12 fotocopie!

di Carlo Ruocco

Pretendere 50 euro per dodici fotocopie è una “irragionevole e sproporzionata misura volta a scoraggiare il cittadino dall’esercitare un diritto soggettivo” sancito dalla Costituzione e da una legge dello Stato.

La stroncatura dell’operato del Comune di Sarzana in materia di trasparenza degli atti pubblici è giunta dalla massima autorità di controllo: la commissione di vigilanza sull’accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne ha dato notizia il giornalista Pino Meneghini sul Secolo XIX nell’articolo che riportiamo sotto. A parte il non trascurabile particolare che il quotidiano ha omesso di riferire che l’istanza di accesso agli atti era stata inoltrata dal presidente del Comitato Sarzana, che botta! e non dal “ficcanaso Carlo Ruocco”, nell’ambito dell’attività del Comitato sulla politica urbanistica del Comune, la notizia è ben circostanziata perché fondata sul documento originale della Commissione, che qui riproduciamo integralmente.

Partendo dall’autorevole parere della Commissione, ora tocca al Comitato Sarzana, che botta! assumere iniziative per indurre il Comune a cancellare questa vergognosa gabella che lo pone tra gli enti più “oscuri” d’Italia.

Intanto l’importo: “deve essere equo e non esoso”, afferma l’organo di vigilanza, “in quanto la richiesta di un importo costituisce un limite all’esercizio del diritto di accesso”.

Ci sembra di poter esigere dal Comune la restituzione del “maltolto”, per giunta per una pratica che non era in archivio e non richiedeva di alcuna ricerca. Studieremo col gruppo giuridico la forma, se l’Amministrazione non vorrà provvedere spontaneamente.

Ma è il regolamento, che impone la gabella che va totalmente ripensato, perché in totale contrasto con lo spirito della legge. Anche in questo caso valuteremo col gruppo giuridico le modalità, evitando, se possibile, un oneroso ricorso al Tar.

Resta per il Comune la vergogna di una solenne stroncatura sul terreno della trasparenza, che è sempre stato un tema caro alla sinistra. Meraviglia ancora una volta il silenzio di tanti intellettuali e democratici contro questo palese abuso.

Di seguito l’articolo di Pino Meneghini.


Tassa sugli atti, il Comune “bocciato” in trasparenza

Da Il Secolo XIX – 16/04/10 (PINO MENEGHINI)

LA COMMISSIONE NAZIONALE CENSURA L’ENTE LOCALE

Chiesti 50euro per fotocopiare due pratiche: tariffario “troppo esoso”

LE TARIFFE applicate dal comune di Sarzana nei confronti di chi richiede copie di atti amministrativi, sono una “irragionevole e sproporzionata misura volta a scoraggiare il cittadino dall’esercitare un diritto soggettivo”.

cliccare per ingrandire la lettera dalla Presidenza del Consiglio

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Con questo severo giudizio la Commissione di Vigilanza sull’accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, non solo boccia il tariffario deliberato dalla giunta comunale nell’aprile del 2008, ma lancia anche il sospetto che quelle tariffe esose abbiano lo scopo di allontanare dai “segreti” degli uffici i cittadini troppo curiosi. Si chiude così – almeno per ora e fatti salvi tardivi ripensamenti dell’amministrazione comunale – la vertenza che aveva visto due cittadini ficcanaso, Carlo Ruocco e Pier Luigi Marchi, chiedere le prove documentali di quelle che sono state definite le “false fideiussioni”, prestate al Comune dai costruttori a fronte dell’impegno assunto di realizzare opere pubbliche in luogo del pagamento dei prescritti oneri di urbanizzazione. Il fatto è, sostenevano Ruocco e Marchi, che il Comune in taluni casi non era riuscito né a far realizzare le opere promesse, né, tantomeno, a riscuotere le somme dovute e garantite da fideiussioni stranamente prive di validità, pur in presenza di palesi inadempienze da parte delle ditte costruttrici. Come si ricorderà, in quell’occasione l’amministrazione aveva richiesto per due sole fotocopie di pratiche relativamente recenti, ben 50 euro per diritti di segreteria, aumentabili a 100 euro se le pratiche fossero state anteriori al 1998, e questo a prescindere dal numero delle fotocopie richieste. La notizia ripresa immediatamente dal Secolo XIX, era stata trasformata da un cittadino in un esposto, inviato per un parere sul caso sarzanese, alla Commissione che vigila sulla trasparenza della pubblica amministrazione, un organo autorevole istituito dalla stessa legge sulla accessibilità ai documenti pubblici e sulla trasparenza, presieduta dal sottosegretario Gianni Letta, e composta da tecnici e da quattro parlamentari. Questa nei giorni scorsi ha tenuto una delle periodi che riunioni del suo Plenum, ed ha espresso il parere sopra riportato, che condanna, almeno sul piano giuridico e morale, l’amministrazione a modificare quelle norme incompatibili con il principio di accessibilità agli atti e di trasparenza che deve guidare l’attività degli enti pubblici, e di quelli locali in specie.

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Data
giovedì, 20 maggio 2010

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