Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


Con la demolizione bruciati 558 mila euro. Appello del Comitato alle forze culturali

vecchio_mdercato3_rimpdi Carlo Ruocco – Ha collaborato Laura Lazzarini


Se vincerà il partito della demolizione, assieme al valore testimoniale del Mercato di piazza Terzi saranno sprecati oltre 558 mila euro. Tra il 1986 e il 1990 infatti furono investiti dal Comune quasi 600 milioni di vecchie lire. I primi 310 milioni furono stanziati nel 1986, fruendo di un finanziamento regionale (legge 7 del 1985) per l’istituzione di centri culturali polivalenti (finanziamento dell’opera vincolato allo scopo). Altri 250 milioni furono stanziati dal Comune con un mutuo contratto nel 1990.

L’importante investimento fu accompagnato da una relazione tecnica dell’architetto Stefano Mugnaini, che assecondava sul piano tecnico la validità e la fattibilità del recupero e motivava l’impegno di speso con  la necessità di opere di consolidamento statico della struttura. Dunque, se i lavori furono eseguiti a regola d’arte sotto la responsabilità “in vigilando” dei tecnici del Comune, il Vecchio Mercato è tutt’altro che una struttura pericolante o a rischio sismico (nel 1986 erano già in vigore le norme antisismiche sugli edifici!). La circostanza singolare è che oggi lo stesso architetto Mugnaini ha firmato la relazione con la quale il Comune chiede alla Direzione regionale del Ministero dei Beni Culturali la dichiarazione di “non interesse”, insomma lo svincolo per procedere alla demolizione.rivalutazione2

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Abbiamo ricalcolato il valore del l’investimento in euro per avere chiaro quanti soldi pubblici verrebbero sprecati con la demolizione. Per comodità di calcolo abbiamo rivalutato dal 1990. Ma se si partisse da ricalcolare i 310 milioni di lire dal 1986 il valore dello spreco supererebbe di molto i 558 mila euro (il periodo 1986 – 1990 fu caratterizzato da forte inflazione).

Alla luce di questi fatti il Direttivo del Comitato “Sarzana, che botta!” ritiene che chi ha a cuore la storia di Sarzana ha il dovere di impegnarsi perché quest’ultimo manufatto testimoniale di un’epoca non venga abbattuto. La sua ristrutturazione fu fortemente voluta dalle personalità della cultura della sinistra e dai giovani dell’epoca. Al recupero del Vecchio Mercato in Centro polivalente fu addirittura dedicato un inserto del mensile “Il Foglio”, intitolato Boiler.

Per questo motivo abbiamo scritto una lettera aperta al Coordinamento di Sinistra Ecologia Libertà di Sarzana, che ha dato per spacciato l’immobile e che ha mostrato la sola, peraltro condivisibile, preoccupazione del destino delle attività che vi trovano ospitalità. Chiediamo un incontro tra tutte le forse politiche, culturali, associazionistiche per discutere del futuro del Vecchio Mercato, convinti che una battaglia culturale, politica e, se occorre, legale, sia ancora possibile.

Pubblichiamo di seguito la nostra lettera al SEL, che inoltreremo a tutte le associazioni culturali e ambientalistiche sarzanesi.

Lettera aperta al Coordinamento sarzanese del SEL e alle associazioni culturali e ambientali.

Abbiamo letto la presa di posizione del SEL sul destino dell’Anpi e delle altre associazioni, che sono attualmente ospitate nel Vecchio Mercato di piazza Terzi. Non vorremmo dimenticare quell’importante attività costituita dall’Hockey Sarzana. Condividiamo la preoccupazione.

Ciò che non condividiamo è l’affermazione : “La sorte dell’ex mercato è segnata …. Si attende solo il parere della Soprintendenza affinché venga rimosso il vincolo di tutela”.

Ma quel parere non è così scontato. Anzi sarebbe opportuna una mobilitazione di tutte le realtà politiche e associative che hanno a cuore la storia, la cultura, l’ambiente di Sarzana per evitare che si consumi un’altra distruzione di un pezzo di archeologia industriale (industria primaria) della città dopo le demolizioni di tutti i manufatti dell’Ottocento, a cominciare dalla Vetreria di epoca napoleonica, al pastificio Biava, alla tettoia liberty e al distributore di piazza San Giorgio. Attorno all’ex mercato e al valore di un suo recupero oltre venti anni fa si mobilitarono persone di rilievo della cultura di sinistra, a cominciare dall’allora assessore Amilcare Grassi, a Pietro Lazagna, a Paolo Zanetti, a giovani come Luca Giusti, per citarne alcuni, che trovarono accoglienza presso i sindaci dell’epoca.

Tra il 1986 e il 1990 fu avviato l’iter di trasformazione del Mercato in struttura polivalente e furono investiti anche tanti denari pubblici (600 milioni dell’epoca!) perché si credeva nel valore del recupero del patrimonio esistente. Oggi sembra che l’unico valore sia la speculazione edilizia sull’area, che verrebbe interamente costruita, anche negli spazi oggi destinati a parcheggi, anche nella piazza occupata dai bus.

Ci farebbe piacere riaprire con voi e con altre forze politiche e associazioni un confronto sul valore della storia e dei suoi simboli per la nostra città. La sorte del Vecchio Mercato è segnata se i sarzanesi rinunciano alla loro storia.

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Data
sabato, 29 maggio 2010

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