Piano Botta: il Tar boccia la Regione. La piazza è senza … copertura (finanziaria)
di Carlo Ruocco
La Giunta regionale è stata bocciata dal Tar: ha debortato dai suoi compiti di organo di indirizzo politico, per assumere compiti di gestione che spettano ai responsabili tecnici dei servizi, violando l’articolo 97 della Costituzione italiana. “L’invasione” di campo è stata ravvisata e sanzionata dai giudici amministrativi nell’adozione di due delibere relative alla gestione dei fondi europei FAS per il recupero di aree dismesse. La Giunta regionale non solo ha promulgato il bando di gara tra i Comuni nel maggio 2009, ma ha anche provveduto a costituirsi in commissione aggiudicatrice e ad assegnare i fondi, privilegiando otto comuni.
Perché ce ne occupiamo? Perché Sarzana figurava tra gli otto Comuni baciati dalla Giunta Burlando proprio alla vigilia delle elezioni (5 febbraio scorso). Quattro milioni di euro erogati a Sarzana per l’area progetto di piazza Terzi, che tra l’altro comprende l’abbattimento ( e non il recupero) del Vecchio Mercato nell’ambito della Variante al Piano Regolatore firmata dall’architetto Mario Botta.
Il Tar nella sua sentenza richiama i principi della Costituzione e della buona amministrazione. Hanno scritto fra l’altro i giudici: “Costituisce principio cardine dell’azione dei pubblici poteri, quale diretta espressione dei canoni fissati dall’art. 97 della Costituzione, quello della netta separazione funzionale tra l’attività di indirizzo e programmazione riservata agli organi politici e quella gestionale riservata ai responsabili degli uffici e dei servizi, a cui le pubbliche amministrazioni devono necessariamente adeguare i rispetti i ordinamenti ed uniformare il proprio operato”.
La Giunta Burlando ha fatto un “pastrocchio”. E ha trovato sulla sua strada il “giudice di Berlino” di brechtiana memoria.
Tutto da rifare. Per il sindaco Caleo un colpo di freno ai suoi progetti di Grandeur. L’apertura del cantiere è rinviata. Un consiglio: non strilli contro coloro che “si oppongono allo sviluppo, all’occupazione, alla crescita”. Questa volta dovrebbe spiegare perché non creerebbe sviluppo, crescita, occupazione un disegno della città più coerente con la sua storia, più rispettoso delle proporzioni del centro urbano e dei bisogni dei cittadini che vi abitano. Questa volta lo chiederemmo con forza in tutte le sedi, visto che la demagogia pre e post elettorale fa combinare solo “pastrocchi”.
Riportiamo integralmente la sentenza del Tar Liguria e gli articoli apparsi sul Secolo XIX e su La Nazione
da IL SECOLO XIX: Fondi regionali “congelati” dal Tar di Alessandro Grasso Peroni
da La Nazione: Stop ai fondi regionali per il Progetto Botta di Claudio Masseglia