Sarzana, che Botta!

« Abitare viene prima di costruire »

Mario Botta, citando Heidegger


Oneri e fidejussioni, al Comune garanzie solo dalle banche

Ora che abbiamo pagato l’obolo di 50 euro per fare corretta e puntuale informazione sullo scandalo di via Turì, possiamo confermarlo: il sindaco Massimo Caleo si ostina a ignorare il mercato delle fidejussioni di dubbio valore, accettate dai dirigenti del Comune a copertura degli oneri di urbanizzazione. Intervenendo sui giornali ci ha trattato da disinformati o da bugiardi, negando che vi fossero due fidejussioni per complessivi 200 mila euro e negando che non possono essere escusse, essendo scadute e non essendo più rintracciabile la società Ifil, che le ha emesse.

Sarà bene, nell’interesse della salvaguardia delle finanze comunali, che il Sindaco si faccia portare la pratica della lottizzazione di via Turì sulla scrivania (tanto a lui Talevi non chiederà 50 euro … o sì?) e che se la esamini con calma. Ha cinque anni di tempo …. Sarà costretto ad ammettere che quelli del Comitato “Sarzana, che botta!” avevano ragione. Ma non è questo che ci interessa. A noi come cittadini interessa che sia fatto ordine nel settore. Quello di via Turì non è il primo caso di fidejussioni non escutibili incassate dal Comune.

A Fosdinovo, prima di accettare una fidejussione, consultano l’avvocato. Quelle emesse da società finanziarie, magari con un capitale sociale inferiore al valore delle fidejussioni, vengono scartate. Parliamo di Fosdinovo, non di Milano o Bologna.

Pier Luigi Marchi sostiene che per legge gli enti locali dovrebbero accettare garanzie fidejussorie emesse solo da banche. Sembra una cosa ragionevole: le società di capitali possono cessare da un momento all’altro, le banche no. I crediti vantati da loro clienti vengono comunque saldati.

Allora sarà il caso, sindaco, di mettere ordine nel settore?

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Data
lunedì, 29 marzo 2010

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