Sarzana, che Botta!

« Se le amministrazioni non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori »

Corrado Guzzanti


Cinquanta euro per la libertà (d’informare)

di Carlo Ruocco

fide_affiancateCinquanta euro. E’ il prezzo della libertà d’informazione (per un solo articolo apparso su questo sito) imposto dall’Amministrazione comunale di Sarzana.

Probabilmente imposto soltanto al sito “Sarzana, che botta!”.
L’articolo è quello sulle fidejussioni scadute e/o fasulle, che avrebbero dovuto garantire gli oneri per le opere di urbanizzazione delle villette uni e bifamiliari di via Turì realizzate dall’Immobiliare Il Sole, società che ha cessato l’attività.

I documenti erano due: la convenzione (dieci pagine), stipulata tra i proprietari dei terreni, la società costruttrice e il Comune, e le due fidejussioni. Dodici pagine in tutto.

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cliccare per visualizzare la fidejussione da circa 127 mila Euro

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cliccare per visualizzare la fidejussione da oltre 67 mila Euro

Altre volte ci è stato richiesto il (giusto) pagamento del costo delle copie (briciole di euro).
Questa volta il Capo ripartizione territorio, l’ingegner Franco Talevi, ha disposto: 50 euro. Motivo: ricerca d’archivio.

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Si badi che le domande per ricerche d’archivio sono redatte su appositi moduli, che prevedono tra l’altro anche la possibilità di fotografare gli atti.
Ma soprattutto qui stiamo parlando di una pratica ancora aperta, tutt’altro che archiviata. Eccome se aperta! Il Comune sta ancora stipulando il contratto per portare l’energia elettrica sulla strada pubblica. Deve ancora prendere in carico le opere pubbliche realizzate, collaudare il ponte di accesso al quartiere (opera ancora da completare e mettere in sicurezza). Il fascicolo è nell’ufficio del geometra Gregorini.
Lo stesso Talevi, nell’inviarci il 22 marzo una raccomandata (costo 3,40 euro a carico dei contribuenti) per comunicarci che le copie che avevamo richiesto il 24 febbraio potevano essere ritirate (noi siamo andati più volte in Comune e i 3,40 euro li poteva risparmiare) ha scritto: “… previo rimborso del costo di riproduzione”.

Il messaggio è chiarissimo: Volete ficcare il naso nelle Cose Nostre? Pagate.

Possono fare la stessa cosa per la piscina di Santa Caterina. Anche quella pratica è vecchia di anni. Gli oneri non riscossi, la piscina pubblica ancora da costruire. Le ville e l’albergo, a cui quegli oneri si riferivano, sono completati e in funzione da tempo. Anzi, il Comune ha anche approvato in Variante al PRG l’ampliamento della piscina privata.
E lo stesso vale per l’insediamento di Santa Caterina, per il palazzetto dello sport, ancora allo stato di scheletro, ora trasformato con una variante in extremis in focacceria.
Hanno fatto più varianti in questi ultimi dodici mesi a Piano regolatore scaduto, che nei precedenti quattro anni. E’ l’assalto al territorio fatto in nome dell’asfissia economica delle casse comunali (insomma per oneri di urbanizzazione che poi vengono riscossi solo in parte) e in vista delle elezioni.

Sotto altri cieli, anche solo d’Italia (non serve scomodare l’Europa o la Scandinavia), la trasparenza è un requisito (risorsa) della democrazia e la libertà d’informazione ne è un fondamento.

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Data
sabato, 27 marzo 2010

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