Sarzana, che Botta!

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Italo Calvino


Esondazione Magra: basta chiacchiere. Decida l’Autorità di bacino

04_strada chiusa_minUn’altra alluvione, il Magra esonda. Tre volte nell’ultimo anno. Milioni di euro di danni. Puntuale si scatena la polemica. Chi porta la responsabilità della gestione del territorio, tenta di scaricare le colpe. Sul Fato o sugli ambientalisti …

Foto di Carlo Ruocco

(cliccare sulle immagini per ingrandire e visualizzare commento)


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Articolo di Silvia Minozzi

Dopo l’ennesima alluvione del fiume Magra…

(un breve resoconto storico:
il fiume è uscito nel novembre 2000, poi nel Dicembre 2008, nel Gennaio 2009 e nel Dicembre 2009.
Danni:

  • già abbastanza gravi nel 2000, nonostante ci fosse ancora l’area esondabile di Camisano (D2), ora messa in sicurezza dal primo pezzo d’argine. Molte famiglie si ritrovarono la casa invasa dal fango.
  • minimi nel 2008.
  • notevoli nel 2009 al Cafaggio, sia a gennaio che a dicembre, perché l’argine, nella parte non ancora completata ha aumentato il rischio idraulico. A Natale, particolaarmente colpite Fiumaretta e Bocca di Magra  perché le concomitanze (piogge forti di tipo “tropicale”, abbondanti nevicate  tra il 19 e il 21 sciolte dall’improvviso rialzo di temperatura e dalla pioggia tra il 22 e il 25,  forte mareggiata il 25) hanno creato una piena davvero forte.

… tutti si interrogano sulle cause e sulle colpe.

Legambiente Liguria ha consegnato ai giornali un comunicato stampa, a firma del presidente Stefano Sarti e del Responsabile Aree Protette e Assetto Idrogeologico di Legambiente Liguria Alessandro Poletti, in cui spiega le ragioni per le quali la responsabilità non può essere attribuita agli ambientalisti e descrive le proposte elaborate dall’Autorità di Bacino le quali, se attuate avrebbero potuto (e potrebbero  per il futuro) prevenire o ridurre l’intensità degli alluvioni e che sono rimaste per lo più inascoltate.

Eccole:

  1. effettuare la manutenzione della vegetazione in alveo con regolarità tutti gli anni e nei periodi giusti per non danneggiare le piante ( in autunno) invece di effettuare una tantum interventi massicci e demolitivi

  2. dragare il tratto terminale del fiume e rimuovere le barre sabbiose alla foce e sotto il ponte della Colombiera

  3. non effettuare dragaggi sopra la linea di navigabilità che risulterebbero inutili dal punto di vista idraulico e nocivi dal punto di vista idrogeologico, esponendo 200.000 Spezzini e Massesi al rischio certo di vedere uscire dai propri rubinetti acqua salata

  4. realizzare gli argini progettati dall’Autorità di Bacino, che, per la loro distanza dalla riva, avrebbero permesso un buon respiro idraulico al fiume. Purtroppo, a causa delle pressioni di politici ed amministratori, tali argini in realtà sono stati realizzati più vicini che in origine all’alveo fluviale, perché si voleva a tutti costi mettere in salvaguardia un’area artigianale, la D2, attualmente in costruzione ad Ameglia, che all’epoca era ancora uno spazio vuoto, sottraendo ulteriori aree esondabili al fiume.

  5. realizzare il progetto del Canale Scolmatore, nella forma prevista dall’Autorità di bacino, cioè uno scolmatore semi-secco, con una parte asciutta e inerbita nei periodi di magra del fiume e un piccolo e poco profondo canale centrale permanente; anche in questo caso sono state le amministrazioni locali e i politici a cassarlo ( forse perché erano state convinte che tale canale sarebbe stato in qualche modo d’impedimento alla realizzazione del progetto Marinella).

    Scolmatore1

    (esempio di canale scolmatore immagine ripresa da Wikipedia – autore William Domenichini)
  6. In alternativa allo scolmatore, per mettere in sicurezza le località colpite dalla piena due centennale, realizzare argini di altezza pari a 3,50 m.; anche questa proposta è stata avversata – primi fra tutti dallo stesso Comune di Ameglia – fino a portare all’abbassamento dei futuri argini di Fiumaretta e Bocca di Magra a soli 1,30 m. necessari a mettere in sicurezza solo dalla piena trentennale

    plastico argini

  7. risagomare il fiume ridandogli un profilo più naturale, prendendo ad esempio il progetto “V.A.R.A.R.E. un nuovo Vara” (qui il link), come vorrebbe fare l’Autorità di Bacino nel basso Vara , che servirebbe a ridare divagazione all’alveo e ricreare il profilo a bracci intrecciati tipico un tempo di tale tratto fluviale: tale azione di rinaturalizzazione – sottolinea il comunicato stampa di lega Ambiente – come si effettua in paesi più civili del nostro come la Francia o la Germania ormai da più di vent’anni, non servirebbe per salvare uccelli e pesci, come direbbe qualcuno, ma esseri umani, perché in un fiume allo stato naturale il rischio di piena catastrofica è statisticamente molto più basso

Quali interessi si oppongono a queste misure?

A questo riguardo appare degno di nota il fatto che, mentre a Marinella e Fiumaretta si vogliono soltanto argini trentennali, nella futura Marina di Fiumaretta (Darsena) del Progetto Marinella, sita a monte, si farebbero argini due centennali di 3 metri e 50 mettendo in sicurezza solo le edificazioni che si vogliono realizzare dietro la darsena, con la conseguenza che la tracimazione a valle, una volta superati gli argini di 1 metro e 30, sarebbe ancora più violenta!

Ancora una volta, purtroppo, ci troviamo davanti ad Amministratori che considerano il territorio (il fiume in questo caso) solo una mera fonte economica da sfruttare, per la sabbia, la nautica o per un turismo intensivo, al punto di scordarsi della sicurezza e di quegli equilibri naturali che tutte le volte che si violano, prima o poi, ci si ritorcono contro.

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Appendice di Laura Lazzarini

Esiste un’Ente. Si chiama Autorità di Bacino del Fiume Magra. Qui si possono visualizzare in dettaglio gli organi che, dal febbario 2006, lo compongono (decadenza: febbraio 2011).

Nel Comitato Istituzionale si leggono nomi quali Franco Zunino, assessore all’ambiente della Regione Liguria, e Marino Fiasella, presidente provincia della Spezia. Quello Tecnico, presieduto dall’Ing. Fignani, annovera autorevoli componenti quali l’Ing. Cinzia Rossi, la Dott.ssa Paola Carnevale e, per la Provincia della Spezia, Emili Nori.

Non manca una segreteria Tecnico-Operativa.

Qui l’ambito territoriale, vasto, sul quale opera:

bacino3

Nella sezione “Competenze” del sito si legge: l’Autorità di Bacino è stata pensata come una struttura di pianificazione, che ha il compito di coordinare tutti gli Enti preposti a vario titolo all’esecuzione di opere sul territorio, e che quindi non si occupa di realizzare materialmente gli interventi, ma di individuare dove essi devono essere fatti e finanziarli.

Il lavoro svolto, sulla carta, è notevole per qualità e quantità.

Nell’ambito dell’attività di studio del territorio e pianificazione degli interventi che le compete per legge (qui e qui), l’Autorità di Bacino del Magra ha predisposto Piani Stralcio, tra cui quello intitolato “Assetto idrogeologico del bacino del Fiume Magra e del Torrente Parmignola”, ai sensi art. 17 comma 6 ter L. 183/89 e art. 1 comma 1 DL 180/98, adottato nell’aprile 2006 (DCI 180/06).

Qui, la Relazione generale.

Qui, le norme di attuazione.

Esiste, quindi, un’Ente. Il suo scopo è studiare il Problema Fiume, suggerire agli amministratori come contenerne i rischi, finanziare gli interventi

(qui un esempio di delibera).

Nel percorso tra le indicazioni fornite e la loro mancata realizzazione sarebbe forse facile individuare Le Responsabilità.

Ci colpisce allora il bieco tentativo di sviare l’attenzione dalle cause reali dei gravi disagi che a ridosso del Natale stanno subendo alcune famiglie amegliesi con un attacco generico alle associazione ambientaliste, proveniente dal mondo politico locale.  Un attacco subdolo (non ci fanno neanche levare i tronchi per non disturbare gli uccelli) molto adatto a far presa sui cittadini arrabbiati. E così associazioni come Legambiente, che, come sopra evidenziato da Silvia Minozzi, ha in più occasioni promosso a pieni voti le indicazioni dell’Autorità di Bacino, si trovano sul banco degli imputati…

Ed intanto il fiume ci si rivolta per l’ennesima volta contro, come amaramente osserva la giornalista Emanuela Rosi su La Nazione (articolo segnalato dal Giovanni Gabriele di Italia Nostra).

Cosa ci possiamo augurare per l’anno in arrivo?

Un 2010 ricco di Migliori Amministratori.

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Informazioni sull'articolo

Data
giovedì, 31 dicembre 2009

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