Osservazioni, esame in 74 minuti! Una farsa
di CARLO RUOCCO
Sono bastati un’ora e 14 minuti alla commissione territorio del consiglio comunale per liquidare la pratica “osservazioni” alla Variante al Piano regolatore e al piano particolareggiato di via Muccini presentate dal Comitato “Sarzana, che botta!”, Legambiente, Italia Nostra, e dai cittadini.
Alle ore 18,20 un presidente Massimo Baudone visibilmente imbarazzato ha aperto i lavori. Ma il pubblico presente non ha potuto cogliere subito il motivo. L’ingegner Franco Talevi con piglio decisionista, come se si stesse per cimentare in un lavoro di lunga lena, è entrato subito in partita. Ha parlato di 39 osservazioni da esaminare, lasciando stupiti i rappresentanti del Comitato, certi di averne presentate molte di più e nei termini di legge; ha annunciato che con grande magnanimità era stata data risposta anche a quelle giudicate non pertinenti. E ha buttato subito lì che a termini della legge regionale 24 del 1987 il consiglio comunale aveva fino all’11 novembre per dare risposta alle osservazioni.
Ci si sarebbe attesi un sussulto dei consiglieri, un moto di democratica indignazione. Nulla.
Talevi ha potuto procedere indisturbato nella recita del suo ruolo di gran visir della tecnica urbanistica (e giuridica). Ha liquidato le Osservazioni dei cittadini di via Lucri e piazza Terzi, che hanno lamentato che non vedranno più la luce del sole e che saranno iperinquinati dalle auto dirette al parcheggione da 600 posti e dagli autobus, dicendo che in ogni zona fortemente urbanizzata c’è chi perde il sole. Ma non si devono lamentare: i loro appartamenti verranno fortemente rivalutati. Dalla perdita della luce, del calore, ovviamente, e dalle peggiori condizioni ambientali. Ma così ragiona il Gran Visir dell’urbanistica sarzanese.
Non ha da lamentarsi neppure l’ingegner Gennaro Miranda, proprietario dell’hotel Laurina e della Vetraia. Con lui erano stati tenuti molti incontri verbali. Era d’accordo sullo smazzettamento dei cinquemila metri quadrati del nuovo Laurina tra la Vetraia e il terreno in via VIII Marzo. Cos’ha ora da lagnarsi?
Le Osservazioni della Consulta su inquinamento acustico e atmosferico? Non pertinenti. Sulla sicurezza del palazzo a ridosso della ferrovia? Le FS concederanno una deroga.
A questo punto (erano circa le 19) il consigliere di minoranza Gabriele Rossi (Pdl) ha notato che procedendo in quel modo si sarebbe fatto notte senza arrivare alla conclusione. Tanto valeva concentrarsi su alcune osservazioni e via verso il desco.
A questo punto l’imbarazzo del presidente Baudone è diventato “massimo”. “Avevo pensato a un numero di 5-6 sedute. “Pensavo di avere più tempo. Poi è emerso il termine dei 90 giorni. Personalmente sono in difficoltà: la commissione non voleva perdere il suo ruolo di garante delle procedure e della trasparenza. Ma se andiamo un minuto oltre la mezzanotte di martedì, il piano decade. E noi non vogliamo far decadere il piano. Avevo anche pensato di annullare la riunione. Ma ormai era convocata”. Pausa. Poi ha aggiunto: “Quindi facciamo pure questo passaggio formale”.
Insomma, una farsa. La democrazia e la partecipazione possono attendere. Il consiglio comunale può essere defraudato delle sue funzioni, ridotto a un organo di ratifica delle valutazioni del Gran Visir. Il business no, quello non può attendere.
Nessun consigliere ha battuto ciglio. Né di maggioranza, né di opposizione. Si è è proceduto nell’esame delle Osservazioni più importanti. Quelle del Comitato Sarzana,che botta!
Manca il parere dell’ufficio sismico? A Sarzana si è sempre fatto così in decine di piani particolareggiati, parola di Talevi. Si vede che in tal caso la legge non è perentoria.
La VAS (Valutazione ambientale strategica), non serve, lo ha detto la Regione. Prima di mandare la pratica in Provincia per l’approvazione sarà completato lo screening di VIA (Valutazione di impatto ambientale delle opere).
Il valore dei parcheggi sotterranei, già realizzati come oneri di urbanizzazione, a cui il Comune rinuncia. E’ confermato. Il Comune rinuncia a un suo bene, che non ha incamerato, incamerando un compenso di 190 euro al mq. Talevi, serafico, ha spiegato che è sempre stato fatto così. La prassi della monetizzazione è frequente. Se l’opera pubblica non è prioritaria, il Comune preferisce incassare i soldi. Quanti? 190 euro al mq. Secondo i suoi calcoli questo è il prezzo di costo. Il prezzo di mercato non c’entra.
Il consigliere democristiano Baviera, commercialista, revisore dei conti, uno del mestiere, non ha avuto nulla da eccepire.
L’incarico a Botta? Il vizio di legittimità che sarà perfezionato al momento del pagamento della parcella, complici tutti i consiglieri che voteranno la pratica? Nessuno ne ha parlato, Tabù.
Un’unica osservazione è stata accolta: quella di un altro proprietario, l’ingegner Giovanni Podestà. Ha avuto da ridire perché i suoi terreni sono stati compresi nel comparto Unieco. Accontentato: il comparto Podestà sarà separato con una linea. Ma – ha precisato Talevi, sottolineandolo con forza – dovrà costruire “nel feroce rispetto del nuovo piano”. Forse intendeva dire rigoroso!
Erano le 19,34 quando il presidente Baudone ha dichiarato concluso l’esame ed esaurita la riunione. Più della democrazia poté lo stomaco.
Martedì 10 la pratica andrà in consiglio comunale per l’adozione definitiva.
Il consiglio farà proprie le valutazioni dell’Ufficio tecnico.
Al comitato “Che Botta!” 07.11.2009
Come ho spiegato nella Commissione di giovedì, credo anche molto lealmente e con chiarezza, la realtà dei fatti è che l’ufficio tecnico si è accorto martedì sera che le osservazioni vanno portate in consiglio comunale entro 90 giorni dall’ultimo giorno utile per presentare le stesse. L’ultimo giorno che come voi ben sapete era il 13 agosto, quindi 90 giorni sommati 13 agosto si arriva “sparati” all’11 novembre ovvero mercoledì prossimo. Rispetto a questo è stato convocato il consiglio comunale per martedì 10 alle ore 15,00.
La commissione di giovedì sera era già stata programmata per tempo e prima che si sapesse quel’ultima “novità”! Per altro come ho detto avevo predisposto e organizzato un piano di lavori di almeno 4 sedute da dedicare alle osservazioni, non escludendo la possibilità di audire i proponenti… Questo percorso per altro condiviso dalla maggioranza e dalla amministrazione comunale di fatto come ben capirete è inapplicabile.
La vicenda osservazioni ha messo in grossa difficoltà la commissione perché non vi è materialmente il tempo per approfondire la pratica e far svolgere alla commissione quel ruolo in cui credo ovvero di garante delle procedure, dei tempi e preparare al meglio la discussione per il Consiglio Comunale e quindi offrire un “servizio” alla città.
Nel mese di settembre e ottobre ho chiamato telefonicamente sia Bottiglioni che l’ufficio tecnico e tutti mi hanno detto di stare tranquillo che non c’erano problemi di tempi. Poi per non creare problemi e polemiche (c’era il congresso del pd e le polemiche erano già abbastanza), non ho scritto ciò che ho chiesto telefonicamente…
Tenete presente che le osservazioni sono state consegnate il 28 ottobre in una, da li ho poi provveduto a convocare quella che doveva essere la prima seduta di commissione per giovedì 5 novembre.
Questi sono i fatti, se dipendeva da me la commissione la disdicevo, poi gli altri commissari mi hanno chiesto di farla e così è stato.
Purtroppo però penso proprio che il tutto sia stato gestito con troppa superficialità! Non voglio certo scaricare le colpe a nessuno e mi assumo la mia parte di responsabilità in quanto Presidente della Commissione Territorio, che però ricordo essere un organo politico del Consiglio Comunale per approfondire le pratiche e non per istruirle.
Voglio anche dirvi che nelle condizioni date non penso che potevo fare qualcosa di più… Potevo forse protrarre la commissione di giovedì sera ad oltranza? Potevo forse riconvocarne altre per i giorni successivi? Tutti questi quesiti me li sono posti poi ho deciso che era meglio fare come ho fatto, senza dover fare delle sedute di commissione inutili e che non avrebbero portato da nessuna parte.
Personalmente poi mi sento in difficoltà (e non ho problemi a riconoscerlo), anche per le posizioni che ho sempre tenuto sul progetto Botta, pur votandolo in consiglio comunale e per ciò che avevo anche espresso a tutti voi in un intervista ossia voler far svolgere alla commissione quella funzione che ho descritto sopra e nella quale continuo a credere.
Penso che quando si ricopre un ruolo elettivo istituzionale non si deve pensare di decidere solo con la propria coscienza ma bensì pensare all’interesse generale che in questo caso è la comunità sarzanese. A volte la propria coscienza seppur in buona fede e nel giusto, non è detto che poi corrisponda all’effettiva esigenza dei cittadini.
E proprio rispetto a ciò che mi sono posto nell’approfondimento del Progetto Botta, cercando di capire quali vantaggi ci possano essere da un progetto del genere. Le convinzioni che mi hanno spinto lo scorso inverno e portato a decidere di votare favorevolmente, sono state per esempio la possibilità di avere alloggi per l’edilizia sovvenzionata e convenzionata, la riqualificazione di un’area degradata e abbandonata, un riordino complessivo per quell’area della viabilità e dei parcheggi e non ultimo la possibilità di creare opportunità di lavoro (ricordo che il 40% del lavoro rimarrà per le imprese della provincia – circa € 25.000.000,00), non solo nella fase della costruzione ma anche dopo attraverso le attività commerciali che nasceranno.
Certo non se esce bene da questa vicenda, io mi sento comunque con la coscienza a posto e gli atti che ne seguiranno saranno coerenti alle scelte che fino ad oggi ho fatto, su questo non ci sono discussioni…
Vi ringrazio per l’attenzione dedicata e vi saluto cordialmente.
Massimo Baudone
La legge regionale è del 1987. Il capo dell’ufficio tecnico ing. Talevi ce l’ha sbattuta sul muso in tutte le salse, prima, durante e dopo le due adozioni del Piano. Sia riguardo agli accessi agli atti, sia, soprattutto, riguardo i tempi e i modi per proporre osservazioni. Si deve credere alla buona fede fino a prova contraria. Ebbene noi riteniamo di avere la prova contraria. Bottiglioni il 1° Ottobre ci disse che gli uffici avevano ormai concluso il lavoro di istruzione. Sono occorsi 36 giorni per accorgersi che vi era un termine. Se l’Amministrazione che governa Sarzana avesse a cuore la partecipazione, il rispetto delle regole che garantiscono l’intervento dei cittadini nelle procedure, chiederebbe conto ai dirigenti che hanno responsabilità di quanto è successo.
Senza fatti concludenti, restano sul terreno solo parole, parole, parole. E tanta demagogia, come quella degli alloggi popolari. Avete chiesto alla Regione se era possibile ottenere il finanziamento anche senza il Piano Botta?
Non ci resta che consolarci con Report della Gabbanelli: ci ha mostrato i Laboratori dell’urbanistica partecipata. A Bologna, istituiti dalla giunta Cofferati, il candidato del sindaco Caleo alla segreteria regionale del PD.
A Sarzana dobbiamo ancora costruire i “Laboratori della democrazia partecipata” …. Carlo Ruocco
Grazie Carlo. Nello scusarmi con te e con il direttivo per essere stata assente in questi giorni (il motivo è che, dopo la seduta di giovedì sera, mi è scoppiata una tristezza cosmica, come mi capita tutte le volte che assisto impotente ad una prepotenza proveniente dalle “istituzioni”).
Questi si invitano Saviano a parlare di sacrificio, lealtà, serietà, rispetto, giustizia e poi mettono in campo sceneggiate come quella a cui ho dovuto assistere l’altra sera: quel “ciopo de zerveli” seduti sotto la targa di Arnaldo Terzi (prego loro informarsi su chi fosse, tranquillizzandoli sul fatto che non rischieranno mai di fare la stessa fine) che mettevano in atto un’azione di calpestamento delle voci che, per l’ultima volta in questa trista questione, la cittadinanza ha provato a far arrivare ai loro scranni. Una piccola questione, il piano Botta, rispetto a tante ingiustizie a cui assiste il nostro bistrattato paese. Ma un Grande Simbolo. Di ignoranza (nel senso buono del termine). Di giustizia negata. Di arroganza di chi fa finta che per un progetto del genere non serva un concorso. Di “mi fate paura” se in una zona sismica pensate di poter costruire tutto quel popò (nel senso buono del termine) di roba senza chiedere il parere dell’ex-genio civile. Di “che garanzie mi date” di seguire a mio vantaggio la cosa, se per consuetudine, siete soliti svendere i beni del comune ai privati?
Cari commissari, il comitato ha spesso fatto le ore piccole, ha rinunciato a ferie, fine settimana e altre cose amene per svolgere seriamente il compito che si era prefissato. Voi avete in pochi minuti liquidato la funzione cui eravate proposti. A che mi servite?
Tristezza infinita.
Oh Massimo, oh Massimo, oh Massimo, perché non ha voluto tener conto del fondamentale adagio uzbeco-cecoslovacco:"Un bel tacer non fu mai scritto" ? Leggerla è stato come vivere un sonno agitato da incubi.
Il clima generale, lo sfondo, lo scenario sottinteso è risultato del tipo : " io non c'ero e se c'ero dormivo e se dormivo sognavo di essere dalla vostra parte e se sognavo venivo bruscamente svegliato da "quelli di sopra" che mi ricordavano quale è, e deve essere ora e per sempre la parte giusta ".
Il riferimento alle tempistiche tecniche ed alle regole operative appare francamente imbarazzante: il presidente della commissione territorio ignora la scansione e la tempistica fissata inderogabilmente dalla legge per gli adempimenti istituzionali della propria commissione; peggio siccome ne è consapevole telefona all'assessore: " Come va? come funziona?" "tranquillo" si sente rispondere "hai tutto il tempo che vuoi". Invece improvvisamente capisce che qualcosa non funziona: quei burloni lo hanno preso in giro. Non c'è più tempo. OOOOOOOOOh (“Ciaula scopre la luna” – Pirandello 1907). In una notte di tempesta, in una piccola stazione immersa nelle nebbie, un poveraccio bussa disperatamente all'unica finestra da cui appare un flebile raggio di luce. Si affaccia, buona cristiana, la nonna dell'ex capostazione. Il poveraccio chiede: "Scusi a che ora passa l'accelerato per Bagheria? " la donna si accinge a rispondere, ma la luce interna illumina il volto del passante, sulla cui testa campeggia rosso e grigio il berretto con i fregi da ferroviere... Meglio svegliarsi … Fuor di metafora e brutalmente, perché dal 12 agosto ha accettato supinamente di vedersi trasmettere le sacre carte solamente il 28 ottobre (anniversario della marcia su Roma), per poi scoprire … che era troppo tardi e i giochi fatti?
Veniamo alla coscienza ed al rapporto tra questa e i doveri istituzionali. Francamente è difficile seguire il suo percorso logico in argomento. Siccome aveva manifestato simpatie per le esigenze avverse all'indiscriminata cementificazione, la sua coscienza, forse le imponeva ... non ho sinceramente capito. Siccome il comune fa ovviamente cassetta, il suo ruolo istituzionale le ha imposto ... di chiudere gli occhi, far tacere la sua coscienza appunto e sacrificare la commissione?
Un generale presidente di corte marziale era stato udito al circolo ufficiali esprimere parole di apprezzamento nei confronti di un tenentino imputato di gravi fatti militari. Quando un mese dopo si riunisce la corte marziale l'alto ufficiale, cui erano nel frattempo probabilmente giunte numerose telefonate da papaveri dello stato maggiore, perché il tizio venisse fucilato (ragion di stato), in 74 minuti, impedendo qualunque formalità a difesa, promulga la condanna. Nelle sue memorie scriverà: "a volte bisogna sacrificare la coscienza di fronte a una buona causa e al "senso del dovere!!". "
Piangiamo tutti sulla tomba del tenentino che è morto senza aver potuto comprendere dove sta la coscienza e dove sta il senso del dovere.
Walter Zamperini
mi complimento per la fine ironia e le adeguate citazioni