Dalla Valle d’Aosta all’Umbria scuola di partecipazione
Articolo di Roberta Mosti
Un breve viaggio attraverso le regioni più progressiste del nostro paese, non solo per economia o tenore di vita, ma per il peso che hanno i cittadini nelle scelte territoriali e di indirizzo pianificatorio. Di fatto un abisso separa la Liguria da Toscana, Veneto, Val d’Aosta, Emilia Romagna e Umbria che hanno dato al cittadino la possibilità di diventare artefice del piano, con strumenti tradizionali o nuove tecnologie, puntando sulla trasparenza e l’informazione. C’è da chiedersi se la regione abbia intenzione di seguire il buon esempio, i mezzi ci sono e possono funzionare, mancano le volontà politiche. La direttiva europea sulla Vas, recepita con notevole ritardo dal nostro paese, ha fortunatamente innescato, in alcune regioni, un interesse nuovo nei confronti della partecipazione dei cittadini alle scelte di piani e programmi. C’è chi si ferma all’applicazione della norma, cosa che pùo rendere il procedimento di Vas un ulteriore step burocratico e c’è chi, come l’Umbria o l’Emilia, puntano sulla sperimentazione e l’innovazione.
L’Emilia Romagna investe sulla partecipazione e sulla validità della Vas per un confronto trasparente tra interessi. A questo proposito, vi segnalo il sito www.urbancenterbologna.it. Come è ormai noto, a Bologna, si è avviato un processo di elaborazione del nuovo piano regolatore, basato sulla partecipazione attiva e costante della cittadinanza. Nel quartiere della Bolognina, i cittadini sono stati gli attori del piano, affiancati da esperti, hanno dato vita a dibattiti, laboratori e quindi diverse proposte di scenari. Tutto questo promosso dall’amministrazione bolognese, che ha messo a disposizione le carte e i documenti, sino alle delibere degli accordi stipulati coi privati proprietari delle aree, che sono visionabili da chiunque su internet.
La Valle d’ Aosta, in attesa di legiferare, ha applicato subito la direttiva nazionale Vas, già dal lontano 2001, anno della promulgazione europea. Con questa procedura e un supporto web efficace rende disponibili le informazioni, facilitando i dibattiti.
La regione Toscana invece ha persino una legge sulla partecipazione, che si somma alla direttiva Vas e un garante della partecipazione http://www.regione.toscana.it/
I veneti hanno applicato dal 2004 la direttiva nazionale 152 sulla Vas senza modificarla, puntando molto sulla partecipazione. Per questo motivo hanno vinto vari ricorsi al TAR.
Ma è la regione Umbria quella che sorprende. E’ andata oltre la Vas, oltre il minimo richiesto per legge. Incentiva la sperimentazione dei comuni, premiando quelli più attivi nel coinvolgere i cittadini e ha altre idee in sviluppo. Il punto di forza è l’ informazione sul web, persino con una Tv a circuito chiuso dedicata, che trasmette convegni e sedute dei consigli, fa consultazioni attraverso la rete, convenzioni con le università e questionari per i cittadini da compilare anche on-line. http://www.ambiente.regione.umbria.it/
Un cittadino umbro, può trovare sul sito della regione tutte le informazioni sulle procedure amministrative, controllare l’operato del suo comune e la conformità alle direttive Vas, poichè tutto è pubblicato.
Come si fa a partecipare se manca la comunicazione? Questa è la domanda a cui le regioni hanno cercato di dare risposta. E’ proprio questa mancanza, il motivo per cui le procedure di coinvolgimento non funzionano, al cittadino vengono date informazioni approssimative e incomplete, oppure, come è successo a Sarzana al Comitato “Sarzana, che botta!”, gli atti pubblici non sono accessibili.
Intanto i liguri aspettano pazienti l’approvazione della legge regionale sulla Vas. Di fatto la regione sembra navigare a vista nel mare della legislazione urbanistica. A quando un processo partecipativo garantito? A quando una decisione condivisa coi cittadini?