Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Romano al Comitato: da veri cittadini europei difendete l’estetica della città

2 - Più che un piano urbanistico sembra un piano di lottizzazioneAlla conversazione hanno preso parte per il Comitato Monica Boschi, Stefania Bernardini, Sara Frassini, Carlo Ruocco.

“Oggi i piani urbanistici servono soprattutto per mettere a segno operazioni immobiliari. I risultati poi si vedono: a Sarzana, come in altre città”. Parola di urbanista. Parola di accademico. Parola di Marco Romano, architetto, settantacinque anni ben portati, uno dei mostri sacri dell’urbanistica italiana, autore di testi come “L’estetica della città europea”, “Costruire le città” , “La città come opera d’arte”, e ha curato il terzo volume Città, casa, paesaggio dell’enciclopedia La Cultura italiana della Utet.

Abbiamo incontrato il professor Romano al Festival della Mente, dove ha catalizzato l’attenzione del pubblico con una relazione su un argomento che gli sta a cuore “Leggere la città tra etica ed estetica”, di cui abbiamo ampiamente riferito (QUI) e di cui pubblichiamo il video.

Marco Romano davanti al plastico realizzato da Monica Boschi

Marco Romano davanti al plastico realizzato da Monica Boschi

Impossibile lasciarsi sfuggire l’occasione di chiedere a Romano, che ha insegnato all’Accademia di architettura di Mendrisio, fondata da Mario Botta, una valutazione della variante al Piano regolatore di via Muccini e piazza Terzi. Ci concede due ore il pomeriggio di sabato, dopo aver ascoltato e salutato il filosofo Carlo Sini, suo amico.

Prima di scambiare qualche battuta sul “Piano Botta” chiede di vedere i luoghi, via Terzi, il vecchio mercato, piazza Terzi. Poi lo accompagniamo nello studio di Monica Boschi per ragionare davanti al plastico, che ha fatto conoscere il progetto alla città.

“Questo plastico che mi mostrate mi sembra più la riduzione in scala di un piano di lottizzazione che non la rappresentazione di un piano urbanistico. Qui non c’è un disegno di città, una visione generale. Mi sembra che non ci sia continuità col resto della città”.

Poi mette le mani avanti e ripete più volte: “Dovrei conoscere meglio il piano per esprimere una valutazione compiuta. Diciamo che non urlo di entusiasmo, ma neppure intravedo un argomento così solido da esprimere un giudizio negativo”.

Lo incalziamo proponendo alcune obiezioni formulate dal Comitato.

Professor Romano, ma lei disegnerebbe un intero quartiere di mattoncini rossi?

Una volta in un comune mi è capitato di disegnare alcuni palazzi con le facciate tutte uguali. Quando il cantiere fu ultimato, il sindaco mi disse: Che schifo è questo? Da allora ho smesso di disegnare quartieri uniformi. Ma siamo nel campo del gusto estetico. E’ opinabile. Io mi sforzo di insegnare che nella storia urbanistica e culturale europea ogni palazzo ha un volto diverso da un altro. Come ho detto stamane, purtroppo si è perso il senso estetico che ha reso splendide le città europee. Dobbiamo recuperarlo”.

"La galleria di via Terzi ha una sua validità progettuale"

"Mi sembra che non ci sia continuità con il resto della città"

Romano si è interessato al comparto pubblico del piano Botta, più che a quello privato. La rivisitazione del mercato fatta da Mario Botta lo convince.

“Ha conservato il disegno della prosecuzione di via Terzi nella galleria che un tempo ospitava gli stalli dei grossisti. E’ vero, non la si può definire una piazza. Ma non mi scandalizza una galleria. In Europa ce ne sono 272. Occorre vedere se saprà rispondente alle funzioni che le si vogliono far svolgere. Certo con un supermercato a poche decine di metri è difficile che si riempia di negozi. Ma anche questo può non essere un problema. Nei secoli le gallerie hanno cambiato funzioni. Prendete galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Io ci ho anche abitato”.

Poi butta lì una nota biografica recente, riferendosi al piano regolatore di Modena da lui realizzato. “A Modena ho disegnato le piazze. Piazze vere. Qui non c’è una piazza vera. Ma perché con i piani urbanistici non si disegnano più le città. Si pensa a costruire”.

Osserviamo che c’è un’eccessiva concentrazione di traffico pubblico e privato con la stazione degli autobus e il megaparcheggio sotterraneo.

Immagino che col piano regolatore sia stato studiato un piano del traffico e della sosta. I parcheggi andrebbero differenziati per tipo di traffico. Poi Sarzana, che conosco molto bene e di cui ho parlato in uno dei miei scritti, si estende per un raggio contenuto, quattrocento-seicento metri. Si può avere una strategia diversa. Ma occorre uno studio fatto da esperti. E io non mi sono mai occupato di traffico”.

Il palazzo ad arco retto all’ingresso della città per chi viene dall’autostrada …..

“Fatevelo spiegare da Botta. L’idea è quella della Défense di Parigi. Non è il primo che realizza”.

E’ il momento del congedo. E l’accademico Romano si scioglie in un inatteso incoraggiamento al Comitato Sarzana che botta!

“Fate bene, andate avanti. Vi state comportando da cittadini europei. Avete a cuore l’estetica della vostra bella città, già deturpata nel dopoguerra. Poi le battaglie si vincono e si perdono. Ma vale la pena spendersi”.

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