L’Aquila non insegna Piano Botta, ignorata la legge sismica
“Tutti i comuni ai quali sono applicabili le norme di cui alla presente sezione (zone sismiche) e quelli di cui all’articolo 61 (abitati da consolidare) devono richiedere il parere del competente ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati prima della delibera di adozione nonché sulle lottizzazioni convenzionate prima della delibera di approvazione, e loro varianti, ai fini della verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio” (art. 89 del vigente T.U. sull’edilizia di cui al DPR 6 giugno 2001 n. 380)
Chiaro, non vi pare? Rodolfo Attinà, già procuratore della Repubblica alla Spezia, uno dei consulenti giuridici del Comitato, aveva già lanciato il monito prima dell’adozione del Piano Botta in consiglio comunale il 30 marzo scorso. Il Comune di Sarzana ha fatto spallucce. “Non l’abbiamo mai chiesto il parere all’ufficio sismico regionale”, è stata la risposta.
Sarebbe come se un privato costruisse senza concessione edilizia e di fronte a una contestazione del Comune rispondesse : “Non l’ho mai chiesta”.
La “ratio” della legge è chiara: prevenire il varo di piani che consentano di costruire in zone pericolose. L’Aquila dovrebbe insegnare qualcosa. Il Piano regolatore consentiva di costruire lungo la dorsale di maggior rischio.