Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Il sogno tradito di Botta: una città a misura di bambino

Architetto Botta, se un sindaco le desse carta bianca per disegnare una città cosa disegnerebbe?
“Cercherei di salvare il mondo fantastico dell’infanzia e progetterei altri parchi-gioco. Senza attrezzature fisse (che non lasciano inventare) ma luoghi dove ci si può arrampicare sugli alberi, giocare con l’acqua, costruire una capanna. E con una protezione per giocare anche quando piove. Vorrei che si costruissero dei bei ricordi”.
Così si esprimeva Mario Botta, l’archistar svizzero incaricato del piano di via Muccini e piazza Terzi in un’intervista a Donna Moderna del febbraio 2008 rilasciata alla giornalista Giancarla Barbieri.
All’intervistatrice che lo incalzava con la domanda
Non sembra un’utopia? rispondeva:
“Basta uscire dalla logica commerciale. A un bambino servono meno cose di un automobilista”.
Cioè salvare emozioni e fantasia?
“Sì, ma non mettiamoci in pace con la coscienza con le piste ciclabili e i parchi-gioco. La città deve funzionare bene per tutti. Se è a misura d’uomo sarà anche a misura di bambino”.

Ecco l’articolo integrale di Donna Moderna: Città a misura di bambino

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Data
giovedì, 3 settembre 2009

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