Sarzana, che Botta!

« Mi rivolto dunque siamo »

Albert Camus


La viabilità

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Data
giovedì, 9 luglio 2009

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3 commenti per “La viabilità”


  1. Luca says:

    Carissimo Comitato Sarzana che Botta
    sono lo studente universitario della Facoltà di Architettura di Parma e vorrei commentare e soprattutto spiegare il mio intervento.
    Io vivo Sarzana quotidianamente per motivi lavorativi dei miei genitori.
    Fin da bambino ho visto la piccola cittadina svilupparsi ed espandersi. Io ora studia Urbanistica e mi baso sulla mia poca conoscenza che ne ho , però ho imparato che non è vera la distinzione che si fa tra Architettura ed Urbanistica. Le due cose , le due questioni hanno una forte affinità. E’ dunque vero che una modifica l’altra , ma purtroppo oltre a questi fattori estetici e teorici entrano in gioco altri due fattori che tanto complicano la nostra società , l’economia e la politica. Effettivamente se studiamo attentamente la storia possiamo dire che l’architettura si è evoluta e si è modifaca a seconda delle varie politiche e delle varie vicessitudini che accadono. Per fare un esempio molto pratico possiamo prandere in considerazione il periodo storico Romano e il periodo storico del Fascismo per avvicinare i due concetti. Durante il periodo Romano l’Italia era la potenza per eccellenza e questa sua potenza si riversava nella metodologia di costruzione di un edificio. Più una nazione era potente più poteva sperperare per poter creare quelle costruzioni che , ancora oggi , ammiriamo. Durante il Fascismo invece si aveva bisogno di una architettura che imponesse la propria autorità. Ora parlando delle strade posso dire che i romani organizzava per convegnenza delle quadrattature con due enormi starde perpendiolari principali. Il Fascismo invece pensava alle strade dove gli edifici del potere dovevano essere molto valorizzati e quindi le proporzioni tra le due coesistenza si sgretola. Arrivando al fluido della questione voglio solo dire che il progetto realizzato su carta da Botta o da un suo sottoposto non è poi così brutale da dover bandire l’architetto in questione. Affermo che il progetto non può essere valutato solo dal plastico visto nella foto , però dando una mia opinione posso dire che esteticamente le palazzine e i collegamenti tra i due palazzi siano un pò differenti dall’ordinario. Forse è proprio questa differenza , qeusta unicità che spaventa i sarzanesi , un metodo diverso un ‘innovazione . In fin dei conti tutti i diversi vengono emarginati dalle società perchè non si mescolano con essa e così si perde quella che l’uomo ha di più prezioso la sua unicità.
    Però voglio porre una piccola considerazione , perchè invece di dare contro non vi guardate intorno nel centro di Sarzana e non iniziate/mo a vede che palazzi del 1700 come il Laurina con un bar al piano terra viene tenuto indecorosamente . Allora prima di lamentarci del progetto di Botta , perchè non curiamo quello che è da secoli nella cittadina , perchè puntiamo ad avere l’attenzione dai giovani in una città vecchia con uno trucco che la rende più giovane ? Il Laurina non è mai stato restaurato , Sindaco , Comitato Sarzana che Botta un consiglio prima di criticare bisogna essere sicuri di non avere dei difetti.
    Ripeto il progetto non è dei migliori ma viene costruito di peggio .
    Questa è la opinione e non voglio schierarmi , come faccio in politica , ne da una parte ne dall’altra perchè la stupidità umana è infinita.

  2. Francesco says:

    Forse prima di scomodarti tanto a scrivere un tema potevi informarti meglio e forse avresti capito da solo che il problema non sta nel fatto di rendere al passo coi tempi la tua bella città con un progetto di un’archistar ma risiede nelle gravi violazioni urbanistiche e nel metodo di aggiudicazione dell’incarico.

  3. Daniela says:

    Conosco Sarzana dall’adolescenza, l’ho vissuta e studiata palmo a palmo rovistando come un topo di biblioteca nel vecchio archivio storico che ai miei tempi era conservato nelle soffitte del Palazzo Comunale, e nei documenti ammassati alla rinfusa nel Seminario Vescovile. Non sono nativa del posto ma la sua atmosfera mi ha sempre affascinato, sono rimasta emotivamente legata a questa piccola città e ai suoi dintorni e ho ammirato la sua gente che ha dimostrato negli anni una straordinaria capacità di agire concretamente nella direzione di una notevole, invidiabile evoluzione sociale e commerciale.
    La città si è sviluppata fuori del tracciato delle sue mura ed il vecchio piano regolatore ne ha orientato lo sviluppo economico lungo la tangenziale a sud del centro abitato. Ma i conti del progettista si sono rivelati non proporzionati all’urgenza dei tempi contemporanei e oggi la città appare in mano di nessuno. La viabilità è congestionata e caotica, priva di alternative all’unico nastro viario della variante aurelia. Malsani ed inutili interventi costituiti da incolte piazzole piene d’erba secca e marciapiedi a livelli disomogenei mettono a repentaglio di continuo la salute di automobilisti, motociclisti e pedoni le cui esistenze, nei mesi invernali sono messe a grave rischio da invisibili quanto pericolosi muretti e pavimentazioni di pietra incoerente.Le viabilità alternative minori che potrebbero alleggerire il carico consentendo ai più esperti piccole vie di fuga, sono state sistematicamente rese inutilizzabili da sensi unici a dir poco incomprensibili.La genialità di tale iniziativa trova riscontro all’interno del centro storico con il mostruoso cartello indicatore di disponibilità posti auto del parcheggio di piazza AVIS che fa bella mostra di sè alla rotonda di accesso alla città, impedendo con le sue invadenti quanto inutili dimensioni il godimento della spendida porta Romana. Mi domando dove sia nascosta la Soprintendenza quando tali aberranti scelte vengono effettuate. Per non parlare poi della giostrina di cavallucci marini che accoglie i visitatori in arrivo dall’autostrada, sdoganata come opera d’arte e come tale probabilmente acquistata. Da questi insignificanti particolari che costantemente feriscono la mia anima appassionata delle cose belle in quanto armoniose , equilibrate e proporzionate all’ambiente in cui si trovano, trovo spiegazione del fatto che oggi, in Sarzana, qualcuno che conta ha perso, per motivi tutti suoi che magari non ama spiegare in pubblico, il senso dell’equilibrio e delle corrette opportunità di scelta, cosa dalla quale possono senz’altro scaturire idee di progettazione smisurata ( nel senso letterale del termine) e cioè idee fuori misura ed opportunità che non tengono senz’altro conto del contesto urbanistico che si indirizzano a violentare.



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