Tavolara: come si evita la VAS
Da La Nazione
Legambiente contesta la divisione dell’area in 5 progetti
«La Regione intervenga con procedure di legge»
CINQUE aree artigianali nel raggio di poche centinaia di metri a cavallo fra i Comuni di Sarzana e Castelnuovo: progetti tecnicamente diversi ma simili fra loro per tipologia, che cambieranno radicalmente la fisionomia della zona di Tavolara. Ma proprio la «divisione» fa storgere il naso a Legambiente che in una lettera alla Regione sottolinea come «la suddivisione in cinque parti risponda solo alla finalità di evitare le procedure complesse previste per le aree vaste», come la Via e la Vas. Legambiente chiede alla Regione di riunificare i progetti in uno solo e sottoporlo a Vas. Nel mirino di Stefano Sarti (presidente regionale di Legambiente) e Alessandro Poletti (presidente del circolo Valdimagra) la presenza di una grossa area artigianale a Tavolara, a cavallo dei Comuni di Castelnuovo Magra e Sarzana. «Le amministrazioni hanno suddiviso la zona in 4/5 progetti di cui uno, nel sopraferrovia sarzanese già sottoposto a screening di Via e pronto a partire. Esistono tre siti sopra la ferrovia: Tavolara est di Sarzana, fino a ieri area agricola; ex area Sbarbaro industriale dimessa; ex area Mattonificio Filippi dall’altra parte della’Aurelia, una zona industriale dimessa; due sotto la ferrovia, una sul lato castelnovese di Via Tavolara, in parte già occupata da tre segherie di marmo e granito e l’altra sul lato Sarzanese della strada, dove insistono discariche di marmettola e altre di emergenza di rifiuti solidi urbani risalenti all’epoca della vecchia Legge 12. Inoltre tali aree saranno attraversate da una nuova strada di penetrazione, biforcata lungo l’Aurelia (con una nuova rotatoria), e solo in piccola parte ricalcante la vecchia Via Tavolara, che è destinata a spostare importanti flussi di traffico dall’Aurelia al Viale XXV Aprile (Sarzana-Marinella), sventrando anche le aree agricole rimanenti e confinanti, in prossimità del Canale San Lazzaro, con il sito d’interesse comunitario (SIC) della Val di Magra».
SECONDO Sarti e Poletti «dal disegno si evince che le 5 aree sono in realtà una e la loro suddivisione risponde solo alla finalità di evitare le procedure complesse previste per le aree vaste e a grande incidenza ambientale. E’ necessario quindi ricondurre le cinque aree a un progetto unitario». Da qui la richiesta alla Regione perchè «utilizzando i propri poteri sovraordinati e sostitutivi, attui una moratoria delle cinque aree, compresa quella in via di partenza nel sopraferrovia di Sarzana, e proceda all’unificazione del Progetto sottoponendolo a Valutazione ambientale strategica».