Sarzana, che Botta!

« Quando il cittadino è passivo è la democrazia che s’ammala »

Alexis de Tocqueville


Storia, cifre e immagini del Piano Botta

200 mila metri cubi

concentrati in 6 ettari

10 PLANIVOLUMETRIAUna concentrazione di 200.000 metri cubi di cemento che trova legittimazione in un Piano Regolatore di oltre 15 anni prima, parzialmente realizzato o in fase di realizzazione nei cosiddetti Palazzi Piarulli, dal nome dell’architetto che li ha progettati (ex Biava, ex Carabinieri e l’ ex Vetraia).

In tempi recenti il piano Piarulli, universalmente riconosciuto come desueto ma tuttavia vigente, si trasforma senza apparente motivo nel Progetto Botta. La Giunta forse si augura che lo stravolgimento, frettolosamente presentato l’estate 2008 nella Sala Consiliare di fronte ad un pubblico tutt’altro che folto con poche slide, passi inosservato. E l’immediato le dà ragione: il giorno dopo la gente che vede strane immagini riportate sui quotidiani le irride come la solita boutade che “tanto non si farà mai”. Ma chi è ‘sto Botta? Bo!

Non ci si rende conto sul momento che negli ultimi anni si è concretizzata una nuova realtà: quasi tutta l’area non ancora costruita è stata acquisita con pazienza certosina da un unico proprietario, la Cooperativa di Reggio Emilia Unieco.

Unieco porta a Sarzana una ventata di novità: tutto quello che fino ad allora era stato imposto al comune cittadino sarzanese così come allo stesso Piarulli, questa entità può non prenderlo minimamente in considerazione: altezze, conformazione dei tetti, linee del piano paesistico regionale… Unieco introduce un altro elemento fuori dalle consuetudini: l’architetto prescelto per la realizzazione delle residenze private viene “prestato” dai privati alla Giunta, che con apposita e non chiara delibera conferisce allo svizzero Botta l’incarico di Alto Consulente per la costruzione di tutta la parte pubblica dietro lauto compenso. Ed ecco come davanti agli occhi degli increduli sarzanesi compare la distesa di mattoncini rossi che fa da pelle non solo alla parte privata costituita da palazzoni ad arco retto o a ponte d’ingresso alla città o ad altri portali ad arco retto, ma anche al comparto pubblico che prende forma in:

– un oggetto del tutto estraneo all’architettura ligure in generale e sarzanese in particolare: una torre circolare, dalla forma che evoca una torre di controllo o le torri dell’acqua della Pianura Padana, alta nella sua prima gestazione 67 mt. (il doppio dell’altezza del campanile della cattedrale di Santa Maria);

– un altro palazzo circolare a 9 piani che assume la denominazione di dependance dell’Hotel Laurina (a questa storia contorta dedicheremo altro spazio);

– il parcheggio degli autobus con 32 slot;

– la cosiddetta piazza coperta in luogo del vecchio mercato, ma con volumetrie ben maggiori.

A febbraio, casualmente, qualche cittadino più attento di altri apprende che la Commissione Territorio ha iniziato a lavorare alacremente sul Progetto in quanto la giunta intende approvare al più presto. La scusante addotta è una scadenza improrogabile: se il piano non verrà adottato entro la fine di marzo il Comune perderà i finanziamenti previsti per la costruzione di ben 33 appartamenti a canone agevolato!

Inutile è il levarsi di oltre 3000 voci contro, che confluiscono nel Comitato Sarzana che Botta. Il Consiglio Comunale, puntando sul diritto-dovere assunto a seguito di democratiche elezioni, si assume l’onore-onore di adottare il piano alla quasi unanimità (del resto già le sedute della Commissione territorio, caratterizzate dalla totale assenza di obiezioni degne di tale nome, lo lasciavano presagire).

ECCO CHE COSA HANNO FIRMATO:

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Data
lunedì, 6 aprile 2009

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