Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Lettera del Comitato a Unieco

Riproponiamo il testo della lettera inviata a Unieco

Al Presidente del Consiglio di Amministrazione
Società Unieco
Reggio Emilia

Siamo un Comitato di cittadini, costituitosi spontaneamente col nome “Sarzana, che Botta!” con l’obiettivo di chiedere all’Amministrazione una “pausa di riflessione”, di confronto, di approfondimento sulla proposta di variante al PRG relativamente al comparto di via Muccini, dove la Vostra società figura come unico proprietario.

In poche settimane il Comitato ha ottenuto oltre tremila adesioni, alcune delle quali di assoluto rilievo in campo nazionale e internazionale nel mondo della cultura e dell’urbanistica.

L’Amministrazione comunale formalmente ha aperto un ampio confronto a Sarzana.

Formalmente, perché in realtà si è trattato di un monologo per ribadire la sostanziale immodificabilità del progetto. Tanto è vero che la proposta finirà approvata in consiglio comunale così come era entrata in Commissione territorio.

I motivi della contrarietà nostra, di larga parte della città, di esponenti della cultura, dell’architettura, dell’arte a questo piano si possono così sintetizzare:

1) le soluzioni architettoniche proposte dall’architetto Mario Botta sono fuori contesto;

sono in contrasto con le linee del piano paesistico regionale;

non rispondono a quei requisiti di nuova qualità urbana che si stanno affermando in Europa;

non sono rispettose dell’habitat, della storia della città, degli abitanti, che già abitano nella zona o di chi vi andrà ad abitare,;

evocano architetture di altre epoche storiche (razionalismo di regimi totalitari degli anni trenta)

2) le dimensioni dell’intervento, in larga parte già previste in piano regolatore, sono fuori scala per Sarzana e, a quindici anni dalla previsione, andrebbero rivisitate.

Che sia un grosso gruppo cooperativo, ad operare un intervento tanto violento in una piccola città, lascia veramente sconcertati.

Per questo motivo abbiamo deciso di rivolgerci a voi. Ma non è il solo. Dalla delibera di giunta, con la quale è stato dato il via alla variante, si evince a chiare lettere che l’Amministrazione ha recepito acriticamente la vostra proposta di mutare le scelte architettoniche del comparto residenziale e ha adeguato a questa scelta anche la parte pubblica, affidandone la progettazione al vostro architetto.

Tralasciamo valutazioni di metodo e di merito di questo modo di operare. Meritano altre sedi.

Arriviamo al sodo. Vogliamo chiedere a voi un atto di sensibilità verso la città. In questi termini.

Aprire un confronto sulle scelte operate, presentando altre soluzioni architettoniche, che tengano conto delle linee di indirizzo contenute nel piano paesistico regionale, che erano state recepite dal PRG di Sarzana.

Valutare l’attualità di un intervento insediativo tanto pesante in relazione all’andamento demografico, economico, sociale della nostra realtà.

Crediamo che un gruppo cooperativo tanto importante, che si accinge in una comunità di ventimila abitanti a realizzare la più vasta area artigianale (Tavolara) in variante al PRG, il più vasto intervento residenziale (via Muccini) in variante al PRG, il più importante intervento immobiliare (Marinella) in variante al PRG, debba avere un confronto con la città e non comportarsi come un gretto colonizzatore, che impone i propri mattoncini rossi (la “pelle”, come si dice con un elegante eufemismo”) forte di un’amministrazione politicamente amica.

Restiamo in attesa di una risposta.

Il Comitato Sarzana, che Botta!

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Data
sabato, 4 aprile 2009

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