Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Il testo delle raccomandate inviate in Regione e in Europa

200 mila mc meritano

la valutazione ambientale


Ecco le argomentazioni del Comitato per sostenere la necessità di sottoporre il Piano Botta alla procedura di Valutazione ambientale strategica prevista dalla normativa europea del 2001.

Oggetto: Variante al P.P. via Muccini e contestuale Variante al PRG di Sarzana. Assoggettamento alla procedura di VAS
Come Comitato spontaneo di cittadini, costituitosi in Sarzana prendendo nome “Sarzana, che Botta!”, al fine di chiedere l’applicazione di procedure europee nell’approntare un’importante variante al PRG della città, desideriamo sottoporre alla Vostra attenzione una vicenda urbanistica, che preoccupa una parte consistente dell’opinione pubblica della nostra piccola città (oltre 2500 adesioni alla nostra iniziativa di contrasto all’approvazione del Piano, raccolte in meno di tre settimane).
Trattasi di Variante radicalmente modificativa del Piano Particolareggiato d’iniziativa pubblica, approvato nel febbraio del 2000 in attuazione di un PRG, adottato dal comune di Sarzana nell’ormai lontano 1994. Con essa si procede a contestuale variante del PRG in aspetti che, a nostro avviso, investono anche il Piano paesistico regionale.
La Variante riguarda un’area di oltre 6 ettari, posizionata tra il centro storico, la linea ferroviaria e la via Muccini (assse di penetrazione in città per chi proviene dalle direttrici di Arcola, Lerici e Autostrada). Nel PRG è individuata come Area Progetto n. 3, via Muccini.
Fino ad oggi sono stati realizzati attraverso trasformazioni per demolizione e ricostruzione tre dei dodici comparti in cui l’area era suddivisa, realizzazioni che, di per sé, già confliggono con la definizione urbanistica del progetto di “variante” in questione.
Sulle ragioni della mancata attuazione degli altri nove comparti per complessivi cinquantun mila mq di s.u. previste, non si è indagato in profondità per verificare l’adeguatezza del P.P. alle esigenze della città.
Recentemente la quasi totalità dell’area restante, è stata acquisita da un unico gruppo. I nuovi proprietari avrebbero presentato una proposta di variante a firma del noto architetto Mario Botta, di cui però non è disponibile per i cittadini la relativa documentazione.
Lo si presume per un accenno a una proposta di mutamento delle tipologie delle residenze, contenuto nella delibera di Giunta n. 98 del 26.6.2007, con la quale s’incarica lo stesso progettista privato, Mario Botta, di “un’alta consulenza” per far propria tale proposta, integrandola con un incarico di “alta consulenza”allo stesso architetto, per le aree di proprietà comunale.
La “Variante Botta”, fin dalla sua prima presentazione nell’aprile 2008 con un master plan, pur insistendo nello stesso perimetro del PP, ne modificava radicalmente l’articolazione volumetrica e la tipologia degli edifici previsti, introducendo elementi “innovativi e simbolici” quali un palazzo ad arco retto o a ponte d’ingresso alla città, altri portali ad arco retto e una torre circolare, dalla forma che evoca una torre di controllo o le torri dell’acqua della Pianura Padana, di altezze variabili da un minimo di 25 mt.(pari alla maggiore altezza misurata al colmo del più alto edificio già realizzato presente in area) a 67 mt.(il doppio dell’altezza del campanile di Santa Maria, nostra Cattedrale).
Ulteriori modifiche riguardavano e riguardano il raddoppio della capacità di parcamento della stazione degli autobus, la riedificazione con triplicazione delle altezze dell’attuale manufatto denominato ex mercato ortofrutticolo (introducendo anche qui una tipologia di “piazza coperta” estranea al contesto) e la concentrazione di tutti i parcheggi a destinazione pubblica, originariamente previsti nei vari comparti, in un unico parcheggio pubblico (ricavato al disotto dei due manufatti sopradescritti).
Le reazioni al progetto hanno convinto l’Amministrazione e l’architetto a operare qualche modesta revisione della proposta in fase di presentazione della Variante alla Commissione Territorio del Consiglio comunale di Sarzana, avvenuta il mese scorso.
I portali sono stati ridotti di numero (3 invece di 9) e sostituiti con 8 parallelepipedi di dimensioni uguali intervallati da uguali distanze lungo via Muccini, la torre si è abbassata a 60mt. di altezza.
Infine è stato introdotto un nuovo volume cilindrico, di oltre 31 metri di altezza, che affianca il portale di ingresso alla città.
La sostanza non è, a nostro parere, cambiata!
Nonostante l’A.C. ripeta che le variazioni di superfici siano nulle, circostanza peraltro contraddetta dalle relazioni che accompagnano la Variante, che indicano un incremento di superfici utili di oltre 2.530 mq, l’impatto volumetrico risulta aggravato rispetto alla già pesante ipotesi del piano vigente, tanto che si fanno insistenti gli appelli, anche di autorevoli urbanisti, a una revisione degli indici attuali.
La concentrazione della torre e di queste due grandi strutture in un’area compresa tra la ferrovia, l’asse di penetrazione viaria in città (via Muccini) e il centro storico, la forma, estranea al contesto urbano, delle edificazioni proposte, e la loro ripetizione ossessiva a distanze minime una dall’altra, il trattamento delle coperture (tutte rigorosamente piane) e l’uniformità (anche questa ossessiva) della “pelle” in mattone “faccia a vista”, estraneo alla tipologia ambientale della nostra Regione, proposta pervasivamente per la nuova città, costituiscono, a nostro parere, evidentissime lesioni all’assetto urbanistico dettato dal vigente PRG, deroga allo stesso PTCP. Elementi, tutti, che meritano un attento esame da parte degli Enti preposti alla tutela dell’immagine e dell’identità del paesaggio Ligure (Regione e Sovrintendenza), nonché l’assoggettamento dell’intera proposta di variante alla procedura di VAS (dlgs 152/2006 come modificato dal dlgs 4/2008).

Realizzazione di nuove infrastrutture (strade e parcheggi)
E’ prevista la realizzazione di una nuova strada, che dalle rotonde di intersezioni tra le varianti Cisa e Aurelia, da via Murello, costeggiando l’asse ferroviario, raggiunga la stazione FS, eliminando il parcheggio della società Park Tour, attualmente esistente.
Per realizzare questa nuova arteria di penetrazione nel centro cittadino sono previste le seguenti opere:
a) Allargamento del sottopasso ferroviario di via Murello, attualmente a senso unico alternato;
b) realizzazione di n. 3 rotonde nell’area urbana interessata all’intervento.
E’ prevista inoltre la realizzazione di nuova viabilità preferenziale per gli autobus e di viabilità di accesso al parcheggio pubblico, che insiste sotto la stazione degli autobus.
Diminuiscono i parcheggi pubblici rispetto alla previsione del vigente PRG, mentre s’incrementano fortemente i parcheggi pertinenziali/privati che passano da 17.167 mq a 32.738 mq. Con indubbio vantaggio economico per i privati acquirenti.

Effetti sull’ambiente
La concentrazione in una sola sub-area del comparto, assai modesta per estensione, di tutte le infrastrutture pubbliche (parcheggio da 600 posti, stazione dei bus da sedici corsie e 32 stalli, centro polivante, comprendente tutti gli uffici pubblici (anagrafe, polizia municipale, territorio), delle costruende infrastrutture viarie di accesso alla città, ai parcheggi e alla stazione FS, che si vanno a sommare ad una presenza antropica e commerciale (supermercato Conad) già rilevante, induce agevolmente a prevedere un notevole carico di inquinamento atmosferico e acustico, con gravi conseguenze per la salute dei cittadini, che già oggi abitano nell’area, e per quelli che vi abiteranno e per i dipendenti pubblici, del terziario e del commercio, che lì saranno addetti.
Si avanzano inoltre forti dubbi che la nuova progettata strada di penetrazione in città dalle Varianti risolva i già gravi problemi di carico da traffico su via Muccini.
Per imboccare la nuova arteria di Variante, chi proviene dalle direttrici di Arcola, Lerici e Autostrada dovrebbe transitare in quattro rotonde, due delle quali perennemente intasate, quando invece potrebbe più agevolmente raggiungere il nuovo parcheggio sotterraneo, immettendosi su via Muccini, attraversando una sola rotonda, in uscita dal casello della A 12, o due, provenendo da Lerici e da Arcola.
Via Muccini, via Lucri, e un’ulteriore nuova arteria, prevista in Variante, parallela a via Lucri, sono destinate a sopportare un ulteriore carico notevole di traffico, derivato dai nuovi insediamenti, che nelle previsioni del professor Silvano D’Alto, architetto, docente di sociologia urbana all’Università di Pisa, comporteranno un incremento di presenza umana per residenze e attività commerciali e terziarie di circa tremila unità.
All’obiezione del carico d’inquinamento acustico e atmosferico, che dovranno sopportare coloro che abiteranno i vani realizzati sotto i pontamenti dei palazzi ad arco retto, principalmente quello di ingresso alla città, l’architetto Mario Botta ha risposto in pubblica assemblea di presentazione della Variante, che intanto là andranno uffici, quasi che la salute dei lavoratori non meritasse di essere salvaguardata.
In realtà in due dei tre palazzi a ponte sono previste solo residenze. Per la collocazione dei palazzi è impossibile che gli appartamenti interni al pontamento ricevano mai la luce del sole.
L’altezza rilevante dei palazzi (non meno di 25 metri) e la collocazione delle poche aree verdi in spazi ricompresi tra i palazzi stessi, negano il sole anche agli spazi verdi.
La realizzazione della torre di 60,6 metri di altezza e di un palazzo circolare di 31 metri di altezza, ben oltre le altezze consentite dal vigente PRG e dalla normativa paesistica regionale da esso recepito, realizzate in uno spazio ristretto e già fortemente antropizzato presentano conseguenze ambientali facilmente intuibili per chi già vive nell’area, caratterizzata dalla presenza di villette a uno a due piani o, al massimo, di palazzi a quattro o cinque piani.
Sarebbe sufficiente verificare la proiezione delle ombre nell’arco della giornata per comprendere gli effetti sulla qualità ambientale dell’area.
La realizzazione della torre circolare di 60,6 metri di altezza, con un diametro di base di 25 metri, che si allarga dal nono piano in su a 37 metri , a ridosso del centro storico, modifica inoltre in modo intollerabile e irreversibile lo skyline della città e della vallata, togliendo altresì risalto ai simboli storici di Sarzana (cattedrale, pieve di Sant’Andrea, forte Castruccio, fortezza Firmafede).
La stessa torre, sovrastando la ferrovia (da cui disterebbe solo 30 metri), la stazione degli autobus, che sorgerebbe alla sua base, il parcheggio pubblico sotterraneo da 600 auto, la nuova strada di penetrazione verso la stazione FS, soffrirebbe problemi seri d’inquinamento acustico per il transito dei treni e atmosferico per gli scarichi dei bus e delle auto, che un Piano del 2010 deve ovviare.
Non sembra essere stato considerato dal noto architetto Botta un altro elemento di rottura dell’equilibrio ambientale della zona: la realizzazione della piazza coperta di 27 metri per 60 oltre ad essere estranea al contesto, presenta controindicazioni proprio per il tipo di copertura in materiale leggero trasparente previsto, ottimo per trasformare il luogo in estate in una enorme serra a cinquanta gradi

Modifica relativa alle superfici utili, alle volumetrie.
Considerazioni demografiche.
Nonostante l’amministrazione insista sull’equivalenza delle superfici utili, l’incremento riportato nelle relazioni tecniche è di 2.532 mq di s.u. di cui: 495 di servizi pubblici, 1472 di attrezzature collettive, anche private, 565 residenziali.
Ovviamente poco o nulla è motivato circa la necessità di tali incrementi.
Sembrerebbe invece doveroso agli scriventi sottoporre a verifica financo le superfici previste dallo strumento urbanistico approvato, dal momento che la mancata autorizzazione induce a ritenere eccessive le previsioni a suo tempo (quindici anni orsono) formulate.
Ad esempio l’andamento demografico di Sarzana non ha prodotto un incremento superiore alle 2.300 unità in trent’anni.
Appare arduo sostenere che si possa produrre un’impennata nei prossimi dieci anni tale da incrementare la popolazione residente di 1.450 unità, come le proiezioni del progetto.
Modifica delle tipologie edificatorie. Deroga al Piano Paesistico regionale
In attuazione delle direttive regionali, riguardanti l’obbligo di inserire nel PRG norme e regole riguardanti il cosiddetto “livello puntuale” del Piano Paesistico Regionale, il P.R.G. vigente ha assoggettato tutto il territorio di Sarzana a dettagliate prescrizioni riguardanti perfino la forma dei tetti e la posizione dei nuovi edifici. Nel caso di via Muccini (l’area di 6 ettari, lo ricordiamo, è posizionata tra il centro storico e la linea ferroviaria ) queste prescrizioni sono state ulteriormente approfondite (cfr,allegato al PRG denominato Area Progetto n°3, via Muccini), individuando, oltre alla distribuzione delle attività previste, anche allineamenti e articolazione dei volumi.
Queste prescrizioni di Piano Paesistico Regionale vengono cancellate dalla nuova tipologia degli edifici, che appare più coerente con le produzioni laterizie del nuovo soggetto privato.
Peraltro il nuovo piano, a differenza dell’attuale PRG e del Piano Paesistico, non indica in dettaglio la tipologia delle nuove costruzioni, dei materiali ecc. E’ generico. Né appare sufficientemente motivato il mutamento di indirizzo e si tace sulla deroga al Piano Paesistico regionale.

CONCLUSIONI. Per quanto sopra emerge con chiarezza come ai sensi del citato dlgs 152/2006 (come modificato dal dlgs 4/2008) la variante al PRG in oggetto costituisce strumento di pianificazione, che realizza significativi e rilevanti effetti ambientali e quindi richiede un’applicazione della procedura di VAS (secondo la direttiva UE 2001/42 recepita da ultimo dal dlgs 4/2008 nel nostro ordinamento nazionale.
Vogliamo inoltre richiamare le conclusioni dell’importante convegno sul paesaggio ad iniziativa della Regione Liguria (novembre 2008) laddove si accenna, in chiusura dei lavori, all’anomalia costituita dalla sperequazione di trattamento più volte riscontrato da parte degli Enti di governo, tra intervento ordinario e intervento “firmato” da archistar e alla necessità (per tutti) di una strumentazione esplicativa e di controllo (relazione paesaggistica, VAS) prodotta, non come adempimento burocratico, ma come onesto e appassionato tentativo di far capire le ragioni di fondo di ogni scelta in grado di modificare in misura piccola o grande il nostro territorio.

Il Comitato “Sarzana, che Botta”

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Data
domenica, 5 aprile 2009

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