Sarzana, che Botta!

« Nessun dolore resiste quando uno, destandosi tre mattine di seguito, ha nella faccia lo splendore vivificante del sole che sorge »

Le Corbusier


I giornali e l’azione del Comitato: Il Secolo XIX

“OFFENSIVA DEL COMITATO
E DI LEGAMBIENTE”

L’ex magistrato Attinà: «La mancata verifica sismica è motivo di accoglimento». Via la torre contestata

RICORSO al Tar. Una torre di sessanta metri che prima c’era, poi è stata…accorciata, e adesso scompare. Sul “Progetto Botta” approvato lunedì scorso 30 marzo dal consiglio comunale di Sarzana, pende un ricorso che sarà inoltrato al Tribunale Amministrativo Regionale da Legambiente e dal Comitato “Sarzana che Botta”. Comitato che, riunitosi martedì sera Alla Sala della Repubblica, nulla lascia Al caso. Come sostiene l’ex magistrato Rodolfo Attinà, membro del gruppo dei saggi del Comitato. «Ho detto direttamente al sindaco Massimo Caleo – ha affermato – che la mancata presentazione del progetto all’ex ufficio del Genio civile per la verifica della sicurezza sismica di tutte le costruzioni previste in quell’area, visto l’alto grado di rischio della nostra zona, preoccupazioni attuali visto quanto accaduto in Abruzzo in questi giorni, costituisce un elemento di certa accoglienza da parte del Tar. L’amministrazione rischia di fare davvero una figuraccia perché non era al corrente di questo passaggio. Con il nostro ricorso l’iter burocratico sarà bloccato ». L’uditorio, peraltro non foltissimo, a queste parole trova un nuovo motivo di lotta. Un motivo più che valido. Molto più di quanto ha affermato in apertura di riunione il portavoce Roberto Mazza: «Caleo ci ha detto che la famosa torre non si farà più». Che sostanzialmente non è certo una notizia di poco conto, dal momento che proprio la torre è stata la chiave dell’inizio della battaglia, almeno per il popolo sarzanese e tutti gli affezionati sarzanesi che della capitale della Val di Magra hanno fatto luogo di ritiro. Popolo, che fa sentire la sua voce con Miria Forcieri, residente in piazza Terzi e Valerio Galazzo (via Ronzano). La prima pone l’accento sull’irrespirabilità dell’aria già oggi, denunciando lo sconforto «di avere segnalato i pericoli dal 18 giugno del 2008, inascoltata da tutti. Chissà cosa sarà della nostra zona a lavori incorso ed ultimati». Il secondo dice che «la viabilità già ora è immobile,mezz’ora da via Ronzano a Montecavallo in auto,mi dite cosa migliorerà? Nulla». Stefano Sarti e Alessandro Poletti, rispettivamente presidente di Legambiente Liguria e responsabile della Val di Magra proseguono la loro battaglia per la verifica ambientale strategica: «Se la regione Liguria che dice non essere necessaria, avesse recepito le direttive europee, come ha fatto per esempio la vicina Toscana _ sostengono _, sarebbe stata obbligatoria. Altro che lo screening di Via (verifica Impatto ambientale), come dice il sindaco». Carlo Ruocco ripropone la questione della proprietà. «Sarzana ha abdicato agli interessi di Unieco in tre situazioni _ fotografa _: Progetto Botta, conversione da terreno agricolo ad artigianale di Tavolara e Progetto Marinella», richiamando il comitato a produrre osservazioni in quantità e di qualità, da presentare alla Provincia. Per ultimo l’architetto Gianfranco Damiano: «il problema è tecnico, ma anche politico : la protesta del comitato può tradursi in voti, molti voti in meno».

ALESSANDRO GRASSO PERONI -Il Secolo XIX del 9 aprile 2009

Facebook

Informazioni sull'articolo

Data
martedì, 14 aprile 2009

Tags

Lascia un commento