Sarzana, che Botta!

« Abitare viene prima di costruire »

Mario Botta, citando Heidegger


L’Intervento del professor Silvano D’Alto

Una pesante colata di cemento
contro l’armonia del Centro storico

Non guardiamo alle superfici. Prendiamo in esame le volumetrie. Allora l’indice dello 0,87, presentato al Moderno dall’architetto Botta come “modesto”, cambia. Il volume complessivo nell’area di intervento è approssimativamente di 200.000 metri cubi lordi. L’indice diventa 3,7 mc/mq: un indice urbano di tutto rispetto, anzi, decisamente pesante. E a ridosso di un Centro storico vivo ed armonico. Altro che “città dei morti” come affermato da Botta.

Silvano D’Alto, architetto, professore di Sociologia Urbana all’Università degli Studi di Pisa e membro della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole ci ha inviato le sue riflessioni dopo alcuni incontri con i membri del comitato. Esse hanno un particolare valore, poichè D’Alto, oltre ad essere un appassionato studioso dello spazio umano (i suoi lavori di ricerca sugli agglomerati urbani, le ricerche svolte in America Latina e in Inghilterra, sono noti non solo in Italia) è anche un cittadino di Sarzana, un abitante del Centro storico. Conoscitore quindi dei “luoghi” in cui il progetto Botta verrebbe realizzato. Nel suo scritto, che pubblichiamo QUI, si respira non soltanto la lucida visione dell’architetto, che ama l’arte e conosce il senso della storia urbana di Sarzana, ma l’amore per le atmosfere che la città storica trasmette attraverso le sue piazze, i palazzi gli androni, le altane. Spazi, che non richiamano davvero una “città dei morti”, come l’ha più volte definita Mario Botta, spazi che possono convivere con una architettura contemporanea, certamente, ma misurata, in una modernità che non snaturi il senso della Città.

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Data
giovedì, 12 marzo 2009

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