Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Circolo ACLI di Sarzana: Amministratori, fermatevi

Ecco il testo completo della lettera inviata dal Circolo Acli di Sarzana ai quotidiani:

Ogni nuova edificazione, specialmente se opera di notevoli dimensioni, esprime i valori culturali di riferimento di chi l’ha progettata e si appresta a realizzarla; e definisce le aspettative e le ambizioni di chi l’ha commissionata.

Ma chi decide, progetta e realizza dovrebbe sapere ascoltare sul serio, in modo profondo e costante nel tempo; e poi lasciare spazio alle esigenze e alle aspettative dei cittadini, per non imporre interventi estranei a loro e alla città.

Quindi, prima di progettare, sarebbero state molte le domande da porsi : 1)- I Sarzanesi vogliono una Sarzana che ampli in modo notevole le sue dimensioni o preferiscono una città che cresca nel tempo, con misura ed armonia; ed in spazi meno concentrati ? Tanti “palazzoni” non rispondono soltanto a domande dell’abitare, ma sollecitano anche fortemente un afflusso esterno, a volte sproporzionato, così come nuove strade incentivano sempre nuovo traffico. 2)- I Sarzanesi si riconoscono felicemente nei segni architettonici del passato quali i campanili di S.Maria, di S.Andrea, la Fortezza, la Cittadella etc , o sentono l’urgenza impellente di nuovi simboli ed emergenze architettoniche ? 3)- Nuovi “segnali” di contemporaneità , non certo da respingere in sé, devono – “dialogare” con il contesto preesistente o essere invece fortemente avulsi dallo stesso ?

L’opinione del Circolo ACLI, come quella di molti cittadini di Sarzana ,è che eventuali nuovi simboli (vedi Torre Botta alta 60 metri ) non devono arrogantemente fagocitare tutti i precedenti.

Le dimensioni devono essere più discrete; diversamente sono prepotenti rispetto alla nostra storia e anche alla” geografia” dei luoghi limitrofi, con un’esagerata preminenza nella stessa vallata.

La Torre Botta è un segnale esagerato per le dimensioni di una cittadina come Sarzana ( che non è Parigi ) e non convive assolutamente con gli altri simboli del contesto urbano, ma anzi li nega e li annulla in modo definitivo, togliendo identità alla città, invece di aggiungere con discrezione, nuovi caratteri di contemporaneità che piacerebbero a tutti.

Perché, non progettare interventi meno aggressivi, all’ingresso della città,come dice il prof. D’Alto ?

“Una strada semplice, serena,con un’edificazione leggera e un ingresso che si mostri sensibile all’avvicinarsi ad un centro antico del valore di Sarzana.”

Perché, dunque, non fermarsi a riflettere ancora utilizzando strumenti previsti, quali la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), per verificare la compatibilità del progetto ed eventuali soluzioni alternative?

La Presidenza del Circolo ACLI di Sarzana “padre Vincenzo Damarco”

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Data
sabato, 21 marzo 2009

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